Carlo Calenda a Perugia per presentare il suo ultimo libro ‘I Mostri’
Perugia – Carlo Calenda domani (lunedì 28 settembre) a Perugia alle ore 18, presso la sala dei Notari a palazzo dei Priori a Perugia, presenterà il suo ultimo libro ‘I Mostri’, edito Feltrinelli. Previsto un punto stampa alle 17.45 all’ingresso della Sala dei Notari.
Carlo Calenda (Roma, 9 aprile 1973) è un dirigente d’azienda e politico italiano, leader di Azione. Viceministro dello sviluppo economico nei governi Letta e Renzi, è stato rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unione europea nel 2016 ed in seguito ministro dello sviluppo economico nei governi Renzi e Gentiloni.
Figlio del giornalista e scrittore Fabio Calenda e della regista Cristina Comencini, è fratello della sceneggiatrice Giulia Calenda e nipote di Paola e Francesca Comencini. Nel 1984, all’età di 11 anni, lavora nello sceneggiato televisivo Cuore, diretto dal nonno Luigi Comencini[1], dove interpreta lo scolaro protagonista Enrico Bottini, nell’unico suo ruolo come attore bambino.
Laureatosi in giurisprudenza alla Sapienza – Università di Roma[2], comincia a lavorare per società finanziarie prima di approdare, nel 1998, alla Ferrari sotto la presidenza di Luca Cordero di Montezemolo, dove assume i ruoli di responsabile gestione relazioni con i clienti e con le istituzioni finanziarie, e poi a Sky dove è responsabile marketing[3].
In Confindustria viene nominato assistente del presidente[4] e poi direttore dell’area strategica e affari internazionali durante la presidenza di Luca Cordero di Montezemolo, dal 2004 al 2008. Successivamente è direttore generale di Interporto Campano e presidente di Interporto Servizi Cargo.
Di cosa parla il libro – Perché siamo insoddisfatti della politica? Da dove viene il vuoto di fiducia che ha allontanato i cittadini dalle istituzioni? Di quale Europa siamo tanto diffidenti? Nel pieno della peggiore crisi dal Dopoguerra, l’economia italiana rischia di fermarsi. E allora come mai perdiamo tempo a combattere uno scontro ideologico vuoto e posticcio? Secondo Carlo Calenda, negli ultimi decenni gli italiani si sono assuefatti a un modo di guardare alla politica che li affascina e poi li pietrifica, come se subissero lo sguardo di Medusa, incapaci di tagliare la testa alla Gorgone che incarna i loro vizi. È la politica che ha bisogno di nuovi eroi prepotenti e muscolari. E poi c’è l’insofferenza profonda per le aspettative tradite: un sentimento bruto e cieco, capace della ferocia del Minotauro. D’altra parte, l’Italia è il paese della grande bellezza: la classe dirigente e i media sono cinici e nichilisti come Narciso. Oltre alla propria immagine riflessa, tutto il resto è brutto e sporco. E questo atteggiamento ha spinto il paese nel pantano della rassegnazione. La frattura tra lo Stato e i cittadini è la stessa che separa il progresso dalla società: se il progresso avanza troppo velocemente rispetto alla capacità della società di comprenderlo e dirigerlo, i cittadini si sentono spossessati del loro destino. La paura, la chiusura e l’aggressività sono reazioni inevitabili. Per costruire un percorso di cambiamento serve la fiducia.
Calenda per la prima volta scrive un libro politico dedicato all’Italia e alle chimere che dobbiamo vincere. Non possiamo più permetterci di ignorarle, perché viviamo in tempi difficili e imprevedibili. L’Occidente è fragile e noi siamo fragilissimi. La cattiva notizia è che i mostri convengono a qualcuno. Quella buona è che si possono combattere. L’Italia è più forte di chi la vuole debole, e i nostri mostri possono essere sconfitti.