Coronavirus: se gli studenti non vanno a scuola, la scuola va dagli studenti

PERUGIA – Se gli studenti non possono andare a scuola la scuola va dagli studenti. Dopo la temporanea sospensione delle attività didattiche ‘frontali’, come disposto dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) del 4 marzo 2020, per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, gli istituti hanno dovuto predisporre modalità di didattica a distanza. E non si è fatto trovare impreparato l’Istituto tecnico tecnologico statale (Itts) ‘Alessandro Volta’ di Perugia, che in fatto di didattica digitale è sempre stato un esempio virtuoso. In particolare, i suoi 1700 studenti e i 280 insegnanti hanno a disposizione un i-pad e si appoggiano, per le lezioni virtuali, alle piattaforme ufficiali online di riferimento che sono Classe Viva (Spaggiari) e Moodle, ormai da sei anni previste nel piano triennale dell’offerta formativa (Ptof). E così, dal 5 marzo, al grido di ‘#VirtualVolta… La scuola è con te’, la dirigente scolastica Rita Coccia ha condotto il suo esercito di insegnanti e alunni verso questa nuova, ma non troppo, sfida.

“L’istituto ‘Volta’ – ha raccontato Coccia – si è attivato con ‘attività a distanza da remoto’ e ‘attività a distanza in presenza’. Nel primo caso significa che i docenti possono caricare su Moodle i materiali didattici, quindi video o altri documenti con le relative verifiche, in qualsiasi momento della giornata, quindi non sono vincolati al tempo ma agli obiettivi che devono raggiungere. Nel secondo caso ci riferiamo alla lezione vera e propria. Il docente comunica alla classe che ci sarà una lezione di una determinata materia ad una certa ora, e loro dovranno connettersi contemporaneamente per seguirla, da casa. Infine, prevediamo di incontrarci con i professori due volte a settimana per fare il punto della situazione”.

“La nostra scuola, che è capofila per l’Aula laboratorio disciplinare, idea di Avanguardie educative – ha affermato la docente Maria Teresa Delicati, – ha adottato anche altre idee, quindi altre metodologie attive come la Flipped classroom, Debate o la Didattica per scenari. Da anni usiamo didattica attiva, che è una metodologia aumentata dalla tecnologia, e a maggior ragione in questo contesto di emergenza siamo stati in grado di attivare un insegnamento e apprendimento a distanza”. “Abbiamo realizzato dei tutorial – ha spiegato la docente Maria Laura Mammoli, Apple distinguished educator – su come creare contenuti digitali per video lezioni o condividere materiali con gli studenti usando l’i-pad”. “Questa è una situazione di emergenza – ha concluso la docente Francesca Farinelli, animatore digitale e Apple distinguished educator – ma anche una grande occasione per sperimentare la didattica digitale nel quotidiano. Lavoriamo da anni in questo senso e possiamo essere d’aiuto, con buone pratiche da diffondere, per le scuole del territorio e per chiunque volesse il nostro supporto”.