Foligno, nasce l’associazione teatrale CreAzioni

FOLIGNO – A Foligno, nel mese di Novembre, nasce CreAzioni, Associazione teatrale costituita dal presidente Francesco Felicioni e dai direttori artistici Gabriele Furnari Falanga e Annalaura Vinti. Associazione che ha già debuttato con PLASTICA di Samantha Sebastiani, in occasione dell’Umbria World Fest, riscuotendo un notevole successo di pubblico. Venerdì 4 Gennaio p.v., presso l’Oratorio del Crocifisso alle ore 19, debutta la seconda produzione, IN NOME DELLA MADRE, dall’omonimo racconto di Erri De Luca. In scena i due registi e attori Valentina Favella e Gabriele Furnari Falanga, conosciutisi presso il Teatro Stabile di Genova, dove si sono diplomati e hanno collaborato in diverse produzioni dello stesso. Ad assistere alla realizzazione del lavoro c’è l’artista folignate Annalaura Vinti che da anni opera sul territorio.

Erri De Luca racconta sapientemente la sacra storia della natività attraverso la tenera voce di una madre. Miriam/Maria vive e narra in prima persona la gioia di diventare madre nonostante le calunnie e la stupidità della gente che non vuole vedere al di là del proprio naso e non riesce a credere a niente che non trovi una spiegazione. Così, leggendo le parole poetiche e allo stesso tempo concrete di De Luca, seguiamo i nostri due protagonisti lungo il percorso che tutti conosciamo, quello narrato nei vangeli: il lungo tragitto da Nazareth a Betlemme. Li osserveremo nella loro quotidianità, quella più intima, mentre sono intenti a svolgere azioni comuni come mangiare, lavarsi, sdraiarsi al sole, o mentre si parlano sottovoce come gli innamorati delle favole. Li accompagneremo fino alla stalla, là dove due bestie sono gli unici esseri ad assistere la giovane, con i loro fiati caldi e la tranquillità del loro ruminare. Ci stupiremo insieme a Miriam/Maria della maestria con la quale diventa e opera da madre esperta, non appena le sue mani accolgono la testolina del figlio, al lume soffuso della cometa. Infine, parteciperemo della rabbia di una madre che intuisce il destino tragico del suo bambino, e percepiremo come possa essere un sentimento condivisibile da tutti, quello di avere tra le braccia un miracolo e pensare che un giorno sparirà, proprio come il bagliore della stella cometa.

“Il lavoro di adattamento del testo”, spiegano i due attori e registi, “è stato di inserire un’azione drammatica nell’impianto narrativo, dando maggior risalto alla parte dialogica del testo, che nella sua forma originaria si presenta come un lungo monologo della Vergine-operaia della divinità. Abbiamo pensato, ci dicono, di collocare la “sacra rappresentazione” in un contesto profano come quello noto della Sicilia dei primi del ‘900”.  La terra d’origine del direttore artistico della compagnia ha ispirato i due attori con i suoi canti, le sue voci e le sue atmosfere povere, ma ricche di un’umanità da sempre in cammino.

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