Il Brasile protagonista della chiusura della XVII edizione del Terni Film Festival
E’ stato il Brasile il protagonista indiscusso nella giornata di chiusura della XVII edizione del Terni Film Festival, con un focus durato l’intero pomeriggio di domenica 14 novembre. Alla festosa esibizione di balli e canti tradizionali e capoeira e alla degustazione di prodotti tipici è seguita una profonda riflessione sulla situazione in cui si trova attualmente il più grande paese sudamericano.
Si è parlato soprattutto di Amazzonia, con l’intervento di padre Carlos Acacio, rettore del santuario della Spoliazione di Assisi, che ha puntato il dito contro la politica del presidente Bolsonaro: “L’Amazzonia non è solo un tesoro di diversità biologica, ma anche umana e culturale, perché è abitata da molte tribù indigene, che sopravvivono condividendo le risorse ora distrutte per fare spazio alla coltivazione di soia e agli allevamenti”.
Il francescano brasiliano era affiancato da padre Stefano Tondelli, direttore della Caritas di Terni, che ha ricordato come papa Francesco abbia voluto mettere al centro del mondo proprio l’Amazzonia. “Perché tutto è connesso. Se noi abbandoniamo l’Amazzonia, lasciamo morire un pezzo di noi. Non si tratta di una tematica solo ambientale, ma socio-ambientale. E allora io credo che dobbiamo svegliarci e cambiare la società, modificando un modello di sviluppo che si è rivelato fallimentare. L’esempio ce lo potrebbe dare proprio la capoeira, che è un’arte che si pratica lentamente. Ecco, bisogna tornare a fare le cose con calma, ragionando”.
L’incontro è stato seguito da un’intervista a frei Betto, tra i principali esponenti della Teologia della Liberazione.
Ninni Bruschetta: “Boris 4? All’inizio paura, ora ci divertiamo”.
Tra i più grandi caratteristi italiani, con oltre 100 film all’attivo, Ninni Bruschetta ha ritirato il premio vinto lo scorso maggio per la sua interpretazione in Un eretico in corsia di Bruno di Marcello (incentrato sulla storia di padre Alberto Maggi) e introdotto Cosa sarà, il film di Francesco Bruni che ha dato il titolo a questa edizione del festival.
Bruschetta è impegnato in questi giorni sul set dell’attesissima quarta stagione di Boris, che arriverà in televisione nei prossimi mesi dopo oltre dieci anni di attesa.
“Non è stata una rimpatriata, perché in tutti questi anni abbiamo sempre continuato a frequentarci” ha detto, senza rivelare dettagli sulla lavorazione, tenuta rigorosamente Top secret dalla Disney che lo produce.
“Boris è un progetto che nasce tredici anni fa da un gruppo di amici. Gruppo di cui io, in realtà non facevo parte, essendo molto più anziano. Il successo incredibile ha fatto sì che ci incontrassimo almeno due-tre volte all’anno. Poi purtroppo dopo la morte di Mattia Torre ci siamo visti un po’ meno”. L’incontro sul set dopo dieci anni, ha detto, è stato vissuto all’inizio con un po’ di timore da tutti: “Poi abbiamo ricominciato a divertirci”.
Quanto alla voglia di tornare sul set, “io sin da bambino sono di un realismo agghiacciante, quindi non voglio farmi aspettative inutili. Nessuno credeva davvero che ci saremmo riusciti, soprattutto dopo la morte di Mattia. Durante il lockdown, però, la serie è stata trasmessa in streaming ottenendo un grandissimo successo”.
Premiati Piemontese e Carlini
“Orgoglioso e commosso” si è detto il presidente della Fondazione Carit Luigi Carlini ricevendo, insieme al vescovo Giuseppe Piemontese, l’Angelo di cristallo dell’Istess: “E’ un premio all’impegno che il nostro consiglio di amministrazione sta dando per le città di Terni e Narni, e riceverlo dall’unico festival internazionale che abbiamo è particolarmente importante per noi”.
“La Fondazione Carit – ha aggiunto – è sempre attenta sullo sviluppo sociale e culturale. Affrontare questioni così delicate come il dialogo tra popoli e religioni e le problematiche ambientali è importante. Per il prossimo triennio noi saremo sicuramente a fianco al festival e ci auguriamo anzi di crescere per portare la città su scenari internazionali”.
“Appena arrivato a Terni mi hanno subito parlato di questo festival” ha aggiunto padre Piemontese, che nei prossimi mesi lascerà il posto al nuovo vescovo Francesco Soddu. “Amo il cinema e mi sono sentito pienamente coinvolto nell’organizzazione. Il Terni Film Festival rappresenta un’importante occasione per dialogare su tematiche di attualità”.
“Dante poeta arrogante”
Si chiama Dante poeta arrogante il cortometraggio prodotto dallo stesso festival che ha chiuso la trilogia dedicata al Sommo Poeta in occasione dei 700 anni dalla sua scomparsa.
Scritto da Arnaldo Casali, diretto da Riccardo Leonelli, Filippo Lupini e Nicolò Monghini e interpretato da Nicola Vantaggi, Agnese Laudizi e una nutrita schiera di giovanissimi attori allievi dello stesso Leonelli, il corto ha battuto sul tempo il film di Pupi Avati raccontando – per la prima volta sullo schermo – alcuni episodi della vita privata di Dante Alighieri e di sua moglie Gemma: aneddoti particolarmente divertenti tratti da cronisti medievali come Sacchetti e lo stesso Boccaccio, introdotti dal vivo da altri attori, stagisti dello stesso Terni Film Festival.