Lunedì a Castiglione Emanuele Fiano presenta il suo “Il profumo di mio padre”
«Domani spariranno i testimoni e io racconterò a chi non può credere, che tutto ciò è successo. A noi spetta memoria. Sarà per sempre il nostro Kaddish». Così scrive la senatrice Liliana Segre nella prefazione dell’ultimo libro di Emanuele Fiano, deputato del PD, figura di spicco della comunità ebraica italiana e figlio di Nedo Fiano uno degli ultimi testimoni della deportazione ad Auschwitz, scomparso nel 2020.
Lunedì 27 settembre alle ore 17.30 nella Sala del Teatro di Palazzo della Corgna di Castiglione del Lago Emanuele Fiano presenta il “Il profumo di mio padre”, edito da Piemme, alla presenza dell’on. Walter Verini e del sindaco di Castiglione del Lago Matteo Burico con introduzione della vicesindaco Andrea Sacco: coordina la presentazione Maria Grazia Virgilio di Libri Parlanti Books & Coffee.
Questo libro è un passaggio di consegne di una memoria preziosa e indimenticabile e una riflessione attualissima sul male e gli orrori del passato. Allo stesso tempo è un esempio di come si possa trasformare la catastrofe in un messaggio straordinariamente educativo per le generazioni future, come è successo con i libri di Liliana Segre e Primo Levi.
«Il libro è il frutto di un’autoanalisi sofferta, espressione di un grande amore figliare e nel contempo atto liberatorio che si compie nel trasmettere insieme memoria ed elaborazione delle ferite legate a quella memoria» ha scritto Simonetta Fiori, per Repubblica.
«Noi figli dei sopravvissuti alla camera a gas di Birkenau non siamo normali – afferma Emanuele Fiano –. Lo sa bene la mia amata moglie e lo sanno i miei figli, e forse le mogli di tutti i figli della Shoah e i loro amati figli. Come prima le nostre madri o padri. Noi non abbiamo ascoltato solo parole dolci e tenere dai nostri padri, non solo favole ci è capitato di ascoltare, ma il silenzio impastato di lacrime e urla»
Emanuele Fiano è in prima linea da sempre contro i rigurgiti del neofascismo e dell’antisemitismo: la storia della sua famiglia è segnata dalla tragedia degli scomparsi e dal dolore e dal ricordo dei vivi. Tra Nedo, il padre sopravvissuto ai campi di concentramento, ed Emanuele, il figlio “politico”, viene alla luce un rapporto fatto di silenzi, odori e mistero, Tenerezze reciproche e scoperte rivelatorie.