Spoleto, polemica a Casa Modigliani: la “Femme fatale è un falso”. Gli organizzatori: “Non è vero”
SPOLETO – Si apre il caso di Casa Modigliani, con un’accusa di falso che grava proprio sulla “Femme Fatale” di Mogliani, in mostra insieme ai dipinti di Braque, Picasso, Chagall, Utrillo e Leger. Carlo Pepi, critico d’arte, ha tuonato accusando di falso proprio la Femme Fatale : “Questo disegno è l’opera del solito falsario in azione dal 1988, con una grafia che nulla ha a che vedere con quella di Modigliani. Critiche anche dure, riportate da La Nazione dell’Umbria, alla quale arrivano le repliche del professor Alberto D’Atanasio, curatore della mostra.
“Definire Pepi “massimo esperto di Modigliani” è una inesattezza – dice D’Atanasio – Il massimo esperto è stato Ambrogio Ceroni, dopodiché, alla sua morte, Jeanne Modigliani (figlia dell’omonimo pittore) ha consegnato l’eredità degli Archivi legali Modigliani a Cristian Parisot, che ha pubblicato sin dagli anni ’90 ben cinque cataloghi sul grande artista livornese. Gli stessi giudici del tribunale di Roma lo hanno dichiarato come unico responsabile degli Archivi legali Modigliani a poter esprimere pareri sul grande artista, a scapito di Pepi e Restellini, che facevano parte del comitato scientifico. Ci sono stati altri quattro grandi esperti di Modigliani quali Osvaldo Patani, che ha realizzato cataloghi importanti sull’artista livornese, Arthur Pfannstiel, Joseph Lanthemann e Marc Restellini (vivente, l’ultimo a cercare di realizzare un catalogo). Pepi non ha mai realizzato un catalogo di Modigliani. Carlo Pepi è venuto per la prima volta alla cronaca per le sculture ritrovate nell’Arno e, trent’anni dopo, per aver dichiarato insieme a Restellini che quasi tutte le opere presenti al Palazzo Ducale erano false, fatto poi non dimostrato dalle perizie della controparte, che ha sporto querela. Il direttore dell’Istituto Modigliani, Prof. Alberto D’Atanasio “non comprende tra l’altro come Pepi possa, da foto di giornale, dichiarare che la Femme Fatale sia falsa. Il disegno proviene dalla Collezione Zborowski, che è stato il più importante mercante d’arte di Modigliani. E’ stata confermata dalla moglie di Ambrogio Ceroni, che ha scritto di suo pugno che il marito, il maggiore esperto di Modigliani, lo aveva archiviato nel 1970, anche se poi parte dell’archivio era stato poi disperso con la morte del grande critico. Il disegno Femme Fatale era stato archiviato a Parigi da Jeanne Modigliani. Cristian Parisot ha pubblicato l’opera nel suo catalogo del 2012, confermando la provenienza Zborowski. L’opera è stata confermata anche da Claudio Strinati, da Vladimir Cicognani, dalla Dott.ssa Giulia Putaturo, e recentemente ammirata da Vittorio Sgarbi proprio a Spoleto”.
“L’Istituto Modigliani – afferma il prof. D’Atanasio – ha inoltre effettuato, prima di mettere in mostra il disegno, le indagini scientifiche sulla carta utilizzata e sul segno, che dimostrano che l’opera è incontrovertibilmente di paternità del grande artista. L’Istituto – conclude D’Atanasio – è pronto a invitare Carlo Pepi a Spoleto per mostrargli dal vivo l’opera affinché possa verificarne di persona l’autenticità. L’opera reca inoltre, oltre alla firma di Amedeo Modigliani, anche la dedica alla compagna Jeanne Hèbuterne, e proprio l’ultima considerazione da fare riguarda l’assoluta l’improbabilità di un falsario che si sarebbe dovuto impegnare nella produzione di un’opera molto complessa con tanti tratti, chiaroscuri, segni, simbolismi, firma e addirittura un testo rischiosamente superfluo perché facilmente sottoponibile ad analisi grafologica. Più che un falsario sarebbe stato un masochista”.