Young Jazz Festival, l’evento prosegue con “code” d’eccezione

FOLIGNO – Young jazz ha in serbo ancora come “extra festival” due code d’eccezione. A pochi giorni dal termine della quattro giorni di manifestazione (4-7 ottbre), all’interno dell’Umbria World Festival 2018 di Foligno è infatti subito in programma la prima: sabato 13 ottobre a Palazzo Trinci di Foligno (ore 21, ingresso 10 euro) c’è il concerto del sestetto Seacup che si compone di un organico inusuale che racchiude al proprio interno i mille volti di Stefano Tamborrino, uno dei pochi strumentisti ritmici italiani ad aver varcato l’oceano con una band americana, che si espone in un inatteso ruolo di compositore e in bilico tra una moltitudine di colori che rendono il prodotto finale libero da ogni classificazione di genere.

Con la musica di questo sestetto (oltre a Tamborrino – batteria, elettronica e composizioni ci sono anche Ilaria Lanzoni – violino, Clara Garcia Barriento – viola, Andrea Beninati – violoncello, Francesco Panconesi – sax tenore, Michelangelo Scandroglio – contrabbasso), l’ascoltatore viene condotto attraverso echi che spaziano dal jazz alla musica contemporanea, dall’elettronica al folk, passando per la musica da camera verso la quale la natura degli strumenti ad arco ci trascina inevitabilmente. L’attenzione al suono e un’eccezionale capacità di legare il repertorio con grande coerenza sonora, sono il filo conduttore che permette ai musicisti di mescolare continuamente le carte in gioco senza risultare mai privi di un obiettivo comune tra le linee un impianto architettonico che non sottostà al rigore di precetti o accademie di alcun tipo. Se quel che il jazz ha assunto oggi è il ruolo descrittivo di ciò che gli avviene attorno, questo progetto è meritorio di un’attenzione dovutagli proprio alla sofisticazione che i giovani talenti che lo compongono hanno saputo filtrare come un setaccio dell’epoca corrente, rendendoci un risultato rappresentativo del nostro territorio e della nostra decade.

Venerdì 19 ottobre invece, ed ancora a Perugia per una collaborazione con Suoni Controvento e Associazione Start (Auditorium Santa Cecilia, ore 21.30 ad ingresso gratuito) – dopo l’anteprima di rassegna che si è tenuta sempre nel capoluogo umbro, quando il 28 settembre scorso al Rework si sono esibiti Dj Gruff e Gianluca Petrella – in programma c’è lo showcase di presentazione del nuovo progetto di Dimitri Grechi Espinoza. ‘Re-Creatio’ è il secondo capitolo del progetto più generale Oreb dell’artista e sempre di sax solo.

Bilancio Young Jazz Festival

Nella musica nessuno è disabile e non ci sono differenze: l’ultima “visione” di Young Jazz con la Liberorchestra ha chiuso domenica 7 ottobre la quattro giorni di festival a Foligno. “L’orchestra più bella di sempre” diretta da Giovanni Guidi, con ospite speciale Antonello Salis e formata da una quarantina di musicisti del centro socioriabilitativo per persone disabili adulte, ha ancora emozionato e incantato il pubblico dell’Auditorium San Domenico. Della città di Foligno Young Jazz ne ha fatto ancora un campo di sperimentazione, un laboratorio dove i progetti e i talenti musicali delle giovani generazioni e i suoni di nuova generazione si intrecciano soprattutto con le più svariate esperienze sociali. Giovanni Guidi, direttore artistico, e Pierluigi Metelli, presidente associazione Young Jazz: “Con amore e tutti insieme si può fare tutto”. In platea era presente anche l’assessore regionale al welfare Luca Barberini“Un festival di musica che si occupa di queste tematiche sociali è importante e conferma che la musica è un modo per stare insieme e senza differenze con chi è più fragile”. Il vicesindaco di Foligno Rita Barbetti ha invece affermato: “Young jazz rappresenta la Foligno più bella e la città deve essere orgogliosa di chi mette attenzione a chi è più svantaggiato”.

Sono state molte altre poi le ‘Visioni’ di Young Jazz festival per la sua 14/a edizione. Dal 4 al 7 ottobre 2018 a Foligno, per il decimo anno consecutivo con il patrocinio di Umbria Jazz, si sono avvicendati concerti, spettacoli, jam, una mostra fotografica sui dieci anni di festival, ed anche degustazioni guidate per unire il vino al jazz, soprattutto con interpreti talentuosi e “visionari” del jazz italiano e contemporaneo – Aparticle, Tommaso Perazzo Trio, Clock’s Pointer Dance, Simona Severini – senza dimenticare chi mantiene una freschezza musicale anche dopo anni di esperienza come Quintorigo e Roberto Gatto Quartet. C’è stato anche spazio per l’incontro tra reggae, jazz e afrobeat con The Maghreban, eclettico produttore londinese. E poi ‘Jazz Community’, la sezione dedicata al sociale che caratterizza fortemente il festival folignate rendendolo unico nel suo genere a livello europeo, con alcuni interessanti progetti: oltre alla Liberorchestra hanno infatti riscosso grande successo anche il concerto accessibile a tutti con il sestetto guidato da Francesco Ponticelli e lo spettacolo ‘La donna che odiava Jazz’, performance di C.L. Grugher con Rosa Brunello (contrabbasso e musica originale) e Marzio Minchielli (tanguero) incentrata sul tema della violenza di genere.

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