Umbria al Bivio: export, innovazione e sostenibilità per creare valore economico e sociale
‘Umbria al Bivio’ è stato il titolo del Perugia 2021 – Glocal Economic Forum ESG89 che si è svolto presso l’Aula Magna dell’Università per Stranieri di Perugia. Il Paese e l’Umbria sono chiamati nei prossimi anni a scelte molto impegnative legate principalmente alla destinazione dei fondi europei del PNRR. Gli imprenditori, il mondo universitario, quello politico e gli analisti economici hanno riflettuto sulle esigenze delle imprese e sulla capacita della regione di attrarre investimenti.
La Presidente Donatelli Tesei nel suo intervento ha sostenuto che:«Il pubblico ha messo al centro l’impresa per creare ricchezza e lavoro. Ha inoltre aggiunto che si sta investendo fortemente sulle infrastrutture materiali e immateriali che mancano all’Umbria da decenni per lo sviluppo turistico da un lato ma anche per supportare le imprese del territorio ad essere più facilmente collegate con i centri strategici ed economici del Paese. Ed inoltre – concludendo – ha sottolineato l’importanza della formazione con al centro le due Università e gli Its che stanno contribuendo nel fare sistema con il mondo produttivo regionale».
Valerio De Cesaris, Rettore dell’Unistrapg ha parlato del ruolo dell’Università nel contesto economico. «Il mondo universitario può rappresentare un valore aggiunto per il territorio in termini di rapporti con l’estero e per l’internazionalizzazione.
Stiamo legando sempre di più l’offerta formativa al territorio, portando gruppi di studenti a conoscere le eccellenze dell’Umbria. In questo senso i nostri studenti sono da considerarsi gli ambasciatori dell’Umbria nel mondo.
Il turismo, inoltre, rappresenta il 25% del Pil regionale, va stimolato e noi lo faremo grazie alla creazione del Centro Studi per il Turismo Letterario. Un segmento che accompagnato alla narrazione, può attrarre flussi da tutto il mondo».
Giovanni Giorgetti presidente di ESG89 Group nell’introduzione ai lavori, ha rilevato, presentando i dati dell’Annuario Economico d’Italia giunto alla 28° edizione, come «il dato della somma del fatturato delle top 50 aziende per ogni regione vede l’Umbria posizionarsi al 12° posto. Lazio e Lombardia restano le regioni traino d’Italia».
Poi il monito:«Diverse aziende sono passate di mano in questi ultimi mesi; attenzione però quando le acquisizioni riguardano le piccole e piccolissime imprese: occorrerebbe vigilare e creare un Osservatorio regionale ad hoc per verificare la provenienza delle proprietà».
Gianfranco Recchia, Partner Deloitte ha posto l’attenzione «sull’innovazione antropocentrica, che metta al centro le esigenze dell’uomo e della collettività.
Dobbiamo pensare a nuovi strumenti che permettano all’innovazione di essere al servizio della sostenibilità: noi di Deloitte la chiamiamo innovability.
Così si incrementa il valore delle imprese e del territorio e si attirano investimenti. Dobbiamo, quindi, ragionare su modelli sostenibili che diano un ritorno quantitativo e di impatto sociale».
Francesco Tilli, Direttore Relazioni Istituzionali Simest Spa ha sottolineato:«Se l’uomo è al centro, la finanza può contribuire comunque a spingere lo sviluppo. Per necessità dobbiamo pensare comunque all’internazionalizzazione delle imprese.
Siamo passati, infatti, da una media di 1000 aziende all’anno che richiedevano fondi a oltre 27 mila in un anno e mezzo.
Questo significa che la finanza c’è ed è pronta a interpretare i fondi come driver per far crescere l’Italia».
Un cenno al caro materie prime. «La globalizzazione rimane imprescindibile, ma non può essere selvaggia. Le filiere devono essere più corte e nel primo semestre 2022 torneremo alla normalità».
Riccardo Stefanelli, in rappresentanza di Confindustria Umbria ha rilevato come:«La visione dell’industria è nel concetto intrinseco di impresa e di società.
Impresa: come qualcosa che non è stato fatto prima e società come declinazione sociale dell’attività imprenditoriale.
Ma al centro del ragionamento è stato posto il concetto dell’equità dei salari dei collaboratori d’impresa. Nessuno dei nostri dipendenti ad esempio – ha provocatoriamente affermato – potrà acquistare una macchina elettrica se non avrà un salario adeguato. E ad oggi non è così! E quindi anche la sostenibilità diffusa nella mobilità sembra essere una chimera. Per l’Umbria – ha chiosato Stefanelli – si stanno aprendo molte nuove opportunità. Abbiamo imprese con grandi e profonde radici. Questo punto fermo, se da una parte ci rincuora e ci conforta, inorgogliendoci, dall’altra non può che esserci da efficace sprone per il percorso di continuo miglioramento che tutti noi abbiamo già da tempo intrapreso con le giuste energie».
Giorgio Mencaroni, VicePresidente di Unioncamere ha portato alcuni dati relativi all’Umbria: «Il tasso di crescita del saldo imprese al terzo trimestre è positivo (+0,21%). Lazio, Campania e Sardegna sono di poco sopra.
Le imprese che prevedono di recuperare sul 2019 sono il 54%. L’Umbria è al 9 posto sulla percentuale di imprese che esportano. E’ al 14° posto sulla quantità di esportazioni. Semplificazione, digitalizzazione e internazionalizzazione sono le leve cruciali per lo sviluppo».
Il pomeriggio del PERUGIA 2021 – GLOCAL ECONOMIC FORUM ESG89 ha nella prima parte dato la parola a illustri rappresentanti del mondo socio-economico regionale che hanno portato i loro personali contributi per un’idea vincente dell’Umbria e del suo sviluppo futuro:
Aldo Amoni, Confcommercio Umbria; Fabio Bernini, Befood; Luca Bonne, Presidente ABI Umbria; Ilaria Caporali, Liomatic; Paolo Castellani, Readytec; Flavio Cecchetti, Presidente di Susa; Angelo Manzotti, Cisl Umbria; Giampaolo Malizia, Presidente NTS Project; Andrea Marcantonini, Marco Mancini, Manini Prefabbricati; MCT Italy e Claudio Sciurpa, Vitakraft.