Vendita Ast: Cgil Terni: serve consiglio regionale aperto da tenersi in città
“Serve un Consiglio regionale dell’Umbria aperto, da volgersi a Terni, per interrompere l’assordante silenzio delle istituzioni intorno alla vicenda AST e contestualmente chiedere l’intervento della Presidenza del Consiglio dei Ministri”. È quanto si legge in un ordine del giorno approvato oggi, lunedì 13 settembre, dal direttivo della Cgil di Terni che si è riunito proprio in concomitanza della visita del ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti in Umbria. Visita che però non ha toccato la provincia ternana. “Mentre siamo riuniti – si legge nel documento del sindacato – la presidente Tesei, sta accompagnando in un tour elettorale in provincia di Perugia, il ministro. Al di là della legittima campagna elettorale, la provincia di Terni sta vivendo una serie di crisi industriali i quali dossier dovrebbero essere ben conosciuti dalla giunta regionale dell’Umbria”.
In particolare sulla grande vertenza della vendita Ast la Cgil rimarca la totale disattenzione della giunta regionale rispetto alle precise richieste delle organizzazioni dei lavoratori. “Vale la pena ricordare – si legge ancora nell’ordine del giorno – che le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici, a Terni, avevano chiesto prima al sindaco di Terni (22 aprile 2021) e poi direttamente alla presidente della giunta regionale (16 giugno 2021) di attivarsi per riaprire il tavolo, vista l’imminente vendita del sito di viale Brin, senza contare che la stessa richiesta era stata fatta da Fim, Fiom e Uilm nazionali. Ma tutte queste richieste sono rimaste ad oggi inascoltate”.
Dunque, il confronto non si è mai aperto, ma nel frattempo la procedura di vendita è passata alla fase tre, con la presentazione di alcune offerte vincolanti, che per il momento dovrebbero scongiurare lo spacchettamento del sito. “Il ministro nel rispondere ad una interrogazione alla Camera sul tema – ricostruisce ancora la Cgil ternana – si è limitato a dare un timing sulla procedura con un grado di precisione meno marcato di quanto già a conoscenza delle organizzazioni sindacali e ad assicurare una buona risposta alle aspettativa dei lavoratori, senza però presupposti concreti da accompagnare all’annuncio. Ed infatti, rimangono aperte le questioni sul perimetro di vendita e sulla tenuta degli assetti impiantistici e i livelli occupazionali e salariali dei lavoratori diretti e dell’indotto”.
“Ci auguriamo che il Ministro dello Sviluppo economico e la presidente della Regione non si limitino semplicemente a sostenere i propri candidati di partito – insiste la Camera del Lavoro nel suo ordine del giorno – ma che rendano conto anche dell’
“Il territorio ternano, i suoi cittadini, le lavoratrici e i lavoratori meritano risposte – si legge a conclusione dell’ordine del giorno – evitando di essere abbandonati al corso degli eventi e arrestando questo declino che li sta colpendo sotto il profilo economico e sociale”.