Ancora sul congresso del Pd

di Pierluigi Castellani

Sta apparendo come una singolarità nel panorama politico italiano che un partito come il PD celebri alla luce del sole, in modo trasparente il suo congresso nazionale ed in Umbria il suo congresso regionale. Non si dà il caso di altre forze politiche che celebrino in modo democratico, dando spazio anche agli elettori oltre che agli iscritti, con il metodo delle primarie congressi sottoponendosi ad un’attenta analisi da parte dell’opinione pubblica. Le altre forze politiche hanno capi indiscussi che nessuno si sognerebbe di esporre ad un autentico confronto con la propria base di riferimento eppure per un verso o per un altro amano richiamarsi sempre al popolo come base per la loro legittimazione. E così i giornalisti e gli opinionisti non avendo altro di occuparsi ,oltre le tormentate vicende  del rapporto tra Bruxelles ed il governo legapentastellasto, si diffondono molto su analisi puntigliose circa la vita interna del PD e sulle candidature, forse troppe, che si sono presentate per la segreteria nazionale. Questa analisi puntigliosa non risparmia di mettere in evidenza, anche questa forse troppa, l’apparente spaesamento della dirigenza democratica rispetto al passo di lato, del resto più volte richiesto, di Matteo Renzi, mentre, almeno così credo, sono molte le cose che stanno piano piano emergendo nel confronto politico italiano.

La prima riguarda le difficoltà in cui si trova il governo Salvini-Di Maio nel dare le necessarie risposte al paese. Le piazze del sì che si stanno riempiendo, le assemblee degli industriali e degli artigiani e piccole e medie imprese, che a gran voce chiedono un cambio di passo al governo perché il paese ha bisogno di infrastrutture e di ammodernamento e soprattutto ha necessità ,che si dia maggiore attenzione alla creazione di lavoro senza cedere alla scorciatoia di pratiche assistenziali, tutto questo sta evidenziando l’urgenza che nel paese si costruisca una concreta alternativa al governo populista e sovranista. E questa alternativa non può che nascere da un paziente lavoro di costruzione di alleanze su una piattaforma di governo che abbia come obbiettivo il rafforzamento dell’Europa, e non un suo indebolimento, ed un’autentica cultura del lavoro e della giustizia sociale, che rispetti il ruolo di tutti gli attori sociali, imprese ,sindacati, il vasto panorama dell’associazionismo, tutti essenziali per una prospettiva di crescita e sviluppo. E può nascere questa alternativa senza il PD? Non credo proprio ed è per questo che è importante il congresso nazionale, che si è avviato, e quello regionale, che si concluderà il prossimo 16 dicembre in Umbria con la celebrazione delle primarie. E non è vero che il dibattito è tutto incentrato sui candidati e quindi in una lotta tra correnti e personalismi, perché dietro c’è una visione della politica, che vuole, in vario modo, rinvigorire e riattualizzare le varie culture, che sono alla base della nascita del PD e del suo ricco pluralismo. Con questi congressi il PD sta facendo anche uno sforzo, che altre forze politiche non intendono proprio fare. E cioè esaminare la complessità sociale, economica, internazionale in cui ci troviamo, una complessità a cui non si può rispondere con soluzioni semplici o con slogan, che possono scaldare momentaneamente qualche piazza, ma che non offrono alcuna soluzione. Come del resto si è visto con il problema dell’immigrazione ( i 500 mila clandestini che Salvini aveva promesso di espellere sono ancora tutti in Italia), con il problema della povertà  la cui cancellazione era stata annunciata già dal balcone di Palazzo Chigi, con quello dell’occupazione, che nonostante il cosiddetto decreto dignità sta scendendo anziché salire e così anche con  le essenziali infrastrutture, che sono rimaste tutte al palo. Per questo forse merita rispetto un partito che si mette in gioco, che democraticamente ed in modo trasparente sceglie i propri dirigenti, un partito che ha capito il messaggio che gli è giunto con le elezioni del 4 marzo scorso. Ed è anche per questo che ci auguriamo che siano molti coloro che in Umbria il 16 dicembre si recheranno ai gazebo del PD.

 

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