Garanzia giovani: un’opportunità, una sfida, una speranza per tutti
di Donatella Porzi
A un anno dall’uscita del Programma Garanzia Giovani (Youth Guarantee), il Piano Europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile, è diffusa la necessità di parlarne e di diffonderne la conoscenza tra i giovani e le imprese. Troppa infatti la sfiducia, troppe le delusioni, troppe le porte chiuse ai tanti giovani in cerca di un’ occupazione, per avere un briciolo di fiducia in una misura, che certamente non risolverà il problema della disoccupazione, in particolare di quella giovanile, ma che può rappresentare una chance. Con questo obiettivo sono stati previsti dei finanziamenti per i Paesi Membri con tassi di disoccupazione superiori al 25%, che saranno investiti in politiche attive di orientamento, istruzione e formazione e inserimento al lavoro, a sostegno dei giovani che non sono impegnati in un’attività lavorativa, né inseriti in un percorso scolastico o formativo (Neet – Not in Education, Employment or Training).
L’acronimo Neet suona particolarmente drammatico, con quella forte marca di negativo che si porta addosso solo a sentirlo pronunciare. In italiano, sta a significare un “no” su tutta la linea, oppure una raffica di “né-né”, una barriera di filo spinato fra le attese di lavoro e la trincea dei sogni spezzati in cui tantissimi ragazzi piombano all’uscita da un colloquio con un’impresa o dopo avere svolto un qualunque approccio concorsuale. Terminato il tempo dello studio e della formazione, si diventa preda della terra di nessuno chiamata “Neet” se l’anello successivo della catena curriculare non riesce a saldarsi con un’occupazione, nel giro di implacabili anni di inattività, all’avvio di una carriera. E gli anni, quando si avvicinano i trenta, per un ragazzo e una ragazza rischiano di diventare i peggiori della loro vita perché alle spalle sorgono mille ripensamenti e di fronte non si preannuncia alcunché di significativo dal punto di vista dell’autonomia economica dalla famiglia.
In sinergia con la Raccomandazione europea del 2013, la novità contenuta nel programma europeo consiste in un approccio alla disoccupazione giovanile per garantire a tutti i giovani al di sotto dei 30 anni un’offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio, entro 4 mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema d’istruzione formale.
Un giovane tra i 15 e i 29 anni, residente in Italia – cittadino comunitario o straniero extra UE, regolarmente soggiornante – non impegnato in un’attività lavorativa né inserito in un corso scolastico o formativo, può, attraverso Garanzia Giovani, essere aiutato a entrare nel mondo del lavoro, valorizzando le sue attitudini e il suo background formativo e professionale.
Per iniziativa dell’Unione Comunale di Cannara del PD, si parla di questa prospettiva durante un incontro informativo all’Auditorium San Sebastiano stasera, lunedì 15 dicembre, con la partecipazione di Luca Barberini, consigliere regionale, Antonio Guerrini esperto del programma, Renato Cesca presidente CNA Elisabetta Galletti, assessore del Comune di Cannara. A me spetta il coordinamento della serata.
Programmi, iniziative, servizi informativi, percorsi personalizzati, incentivi: sono queste le misure previste a livello nazionale e regionale per offrire opportunità di orientamento, formazione e inserimento al lavoro, in un’ottica di collaborazione tra tutti gli attori pubblici e privati coinvolti. Per stabilire in modo opportuno il livello e le caratteristiche dei servizi erogati e aumentarne l’efficacia, si è scelto di introdurre un sistema di profiling che tenga conto della distanza dal mercato del lavoro, in un’ottica di personalizzazione delle azioni erogate: una serie di variabili, territoriali, demografiche, familiari e individuali delineano il profilo culturale del giovane permettendo così di regolare la misura dell’azione in suo favore.
In particolare, sono queste le azioni previste: per i giovani (15-18 anni) che non hanno ancora terminato gli studi, un percorso verso il completamento del ciclo scolastico/formativo più adatto; se, invece, si è terminato il percorso di studi e se verrà evidenziata la necessità di acquisire ulteriori competenze, si può valutare insieme agli operatori se ottenerle grazie a: un corso di formazione (sono previsti voucher, cioè buoni, fino a 4.000 euro per frequentare gratuitamente corsi da 100 a 200 ore fra quelli disponibili nel catalogo unico regionale , erogati da enti accreditati), tirocini (con indennità) collegati ad incentivi all’assunzione, servizio civile (con indennità). Se, infine, sussistono le condizioni, si delinea un percorso personalizzato per diventare imprenditore, a partire da un colloquio per accedere direttamente al mondo del lavoro.
In ogni caso, si mette in moto una strategia complessa, dalle regole e dai passaggi molto rigorosi, proprio per ottenere che la garanzia promessa risponda a un patto ben preciso e non sia una forma di ulteriore disillusione per i ragazzi e le ragazze che non hanno ancora trent’anni. A crescere con loro, nella prospettiva della Garanzia Giovani, deve essere tutto il sistema degli attori di una comunità, specie se ben individuati a livello locale: dalla pubblica amministrazione ai potenziali datori di lavoro, dai servizi per l’impiego ai sindacati, dai centri di orientamento professionale agli istituti di istruzione e formazione. Il percorso sarà tanto più virtuoso quanto più garantirà a ciascun soggetto interessato la possibilità di fare della propria comunità locale un sistema economicamente proiettato sull’integrazione europea delle politiche della crescita.