Grillo getta la maschera
di Pierluigi Castellani
Sono oramai molti i segnali che vedono il M5Stelle cercare di far breccia in un elettorato conservatore e di destra. Erano già presenti questi segnali alle origini di questa legislatura quando i 5Stelle evitavano accuratamente di prendere posizione su temi sensibili per un elettorato di sinistra, come i diritti civili e sfuggendo furbescamente dal prendere posizione seriamente su problemi come il rapporto con l’Europa o la presenza dell’Italia nell’Euro, a volte proponendo referendum impraticabili ,o limitandosi ad opporsi pregiudizialmente ad ogni ipotesi presentata dal governo. Fin da principio inoltre Grillo è sfuggito ad un confronto serio su i problemi connessi con l’immigrazione, anzi cercando di amplificare le paure nei confronti dei rom, annunciando la chiusura dei campi senza fare nulla in concreto come è a avvenuto a Roma. La verità è che un movimento come quello di Grillo, che vuole farsi continuamente paladino del popolo cercando di attrarre consensi da ogni parte ed esercitando al proprio interno una farsa di democrazia del web -si veda il caso Genova ed altro- non può che solleticare ogni volta la pancia dell’elettorato in modo contraddittorio , come avviene con ogni movimento populista, che prima poi svela il suo vero volto di forza autoritaria e di destra.
Ora è avvenuto che Grillo rispolverando il tema sensibile dell’immigrazione con posizioni molto simili a quelle di Salvini e senza fornire alcuna soluzione anzi annunciando l’astensione dei senatori grillini, astensione che al Senato vale come voto contrario, sulla legge dello ius soli, sta cercando di contendere alla Lega una parte del suo elettorato, forse cercando di recuperare consensi dopo quanto avvenuto al primo turno delle elezioni amministrative, che hanno visto i 5Stelle fuori dai ballottaggi delle più importanti città. Del resto c’è chi prefigura una possibile alleanza tra Grillo e Salvini in vista delle prossime elezioni politiche anche se i 5Stelle ogni volta dicono di rifiutare questa alleanza come del resto altre. E’ certo però che i segnali che si registrano su temi come l’Europa e l’immigrazione sembrano condurre in quella direzione. C’è molta improvvisazione in tutto questo. Sembra infatti che coltivare l’antisistema, aiutarlo con la propria compiacenza, alimentare lo scandalismo ed il giustizialismo sia sufficiente per creare le premesse per un “sistema” migliore. Eppure i risultati sono evidenti come quelli della giunta Raggi a Roma, come l’inconcludente presenza parlamentare dei 5Stelle sia alla Camera che al Senato. Quando si tratta di decidere qualcosa, di assumersi qualche responsabilità di fronte al paese ed ai cittadini i 5Stelle sfuggono sempre o si rifiutano di collaborare a qualcosa come è avvenuto anche con l’intesa , saltata, sulla legge elettorale.
Ora appunto Grillo ha gettato la maschera, come ogni populista cerca di infiammare la piazza alimentando paure e contraddizioni, tanto poi al compito di governare il paese ci deve pensare qualcun altro. Infatti suonano sempre più velleitari i proclami di un Di Maio, che si propone come premier di un paese ,che sa che non può essere l’Italia.