Il difficile governo
di Pierluigi Castellani
La crisi di governo causata dalla presentazione della mozione di sfiducia leghista nei confronti dell’esecutivo guidato da Giuseppe Conte non solo ha distratto gli italiani in vacanza sulle spiagge e sulle montagne del nostro paese, ma sta sconvolgendo l’assetto politico, che si era conformato alla costituzione della maggioranza giallo-verde. Ora sembra che nel Pd i più accesi avversari ad un dialogo con i 5Stelle ,come Matteo Renzi, hanno mutato posizione caldeggiando un accordo tra Pd e 5Stelle con il chiaro intento di sterilizzare e raffreddare il consenso montante nei confronti di Salvini e di cercare di dar vita ad una maggioranza più in sintonia con l’Europa auspicata anche da un padre nobile del centrosinistra come Romano Prodi , che ha addirittura ipotizzato una maggioranza “Orsola”, come lo schieramento che ha portato alla presidenza della commissione europea la tedesca Ursula Von der Leyen, uno schieramento che ha visto convergere nel parlamento europeo i voti del PPE, dei socialisti e democratici e dei 5Stelle. Del resto d’altra parte lo stesso Grillo, già dileggiatore e feroce avversario dei democratici, ha dichiarato chiusa l’alleanza con la Lega auspicando un accordo con il Pd. Ora non è dato sapere se la costituzione di questa nuova maggioranza ci sarà, visto anche il retromarcia di Salvini , che se n’è uscito con una nuova apertura nei confronti dei pentastellati, ma è certo che la trionfante marcia del leader leghista verso nuove elezioni ha subito una battuta d’arresto.
Infatti Salvini , abituato a tenere sempre la scena sui media e sui social da battagliero ( nei confronti dei soli profughi) ministro dell’interno, sta reagendo alla sua maniera e cioè inondando l’etere del più bieco populismo e continuando ad insultare il Pd reo soltanto di essersi messo in una posizione di possibile intralcio nei confronti di un immediato ritorno alle urne. Ma la contesa è più grande di quello che appare, perché la ripetuta affermazione, condivisa da tutto il centrodestra, che un governo Pd-5Stelle sarebbe un tradimento della volontà popolare, cela non solo una singolare incoerenza, perché anche il governo tra Lega e 5Stelle, cioè tra due forze che in campagna elettorale si erano aspramente combattute, secondo la medesima logica poteva definirsi un tradimento della volontà popolare, ma più pericolosamente rivela un totale disprezzo della nostra costituzione, che definisce la nostra democrazia una democrazia parlamentare, dove i governi si costruiscono e si disfanno in parlamento e non già sulle piazze o in qualche piattaforma digitale. E’ questo l’elemento che dovrebbe più preoccupare, perché sostenere che bisogna votare perché oggi i sondaggi darebbero una maggioranza politica diversa al paese, significa disprezzare i più elementari capisaldi di una democrazia rappresentativa e parlamentare come la nostra, che prevede il rinnovo del parlamento ogni cinque anni e non già ad ogni stormir di fronda di qualche sondaggio. Una democrazia del resto è tale se garantisce anche quei pesi e contrappesi, che la mettano al riparo da avventure autoritarie, come purtroppo sta avvenendo in qualche parte d’Europa e del mondo dove si teorizza la democrazia illiberale, che non solo è un ossimoro, ma anche la premessa di pericolose scorciatoie che la nostra storia, anche recente, ci ricorda. E’ in in questa cornice che si inquadra e va visto il tentativo di formare un governo tra Pd e 5Stelle, che se anche difficile potrebbe non essere impossile. L’alternativa, come ha ricordato il Capo dello Stato, sono le elezioni anticipate con il rischio, che il sovranismo populista si affermi anche nel nostro paese con conseguenze gravi sul piano economico e sul piano della collocazione europea dell’Italia. Tra i seguaci e consiglieri di Salvini c’è chi non fa mistero del suo euroscetticismo fin da porre come problematica la stessa permanenza del nostro paese nell’euro. Ma davvero dopo la Brexit si vuole correre il rischio di un’uscita dall’Europa anche dell’Italia ? Questo vogliono gli imprenditori del nord sostenitori di Salvini, le cui aziende vivono e prosperano grazie all’export, questo vogliono i tanti giovani, che grazie all’Erasmus, si sentono già cittadini europei, questo davvero vogliono i tanti in cerca di lavoro, che con la chiusura delle frontiere auspicate dal sovranismo vedrebbero diminuite le opportunità, che solo un apparato produttivo vivace e concorrenziale può assicurare? Ci auguriamo sinceramente di no!