Il Natale che vorrei

di Pierluigi Castellani

Ogni Natale nella nostra vita esprimiamo auspici perché il giorno che ricorda la nascita di Gesù sia portatore di serenità, di pace e di bene per tutti. E’ in questo modo che anche quest’anno ci accingiamo a festeggiare il Natale con animo disposto ai migliori sentimenti di umanità e di condivisione. Ma è così per tutti? Fanno infatti riflettere le parole che Papa Francesco ha recentemente rivolto ai membri della Curia romana. La sua è una riflessione da una parte impietosa e dall’altra piena di speranze per il momento che la Chiesa sta vivendo e che sta vivendo tutta l’umanità. “ Non siamo più – dice Francesco –  in un regime di cristianità perché la fede – specialmente in Europa, ma pure in gran parte dell’Occidente – non costituisce più un presupposto ovvio del vivere comune, anzi spesso viene perfino negata, derisa “. E’ per questo che secondo il Papa la Chiesa è sempre e dovunque in missione. “ L’atteggiamento sano – aggiunge – è piuttosto quello di lasciarsi interrogare dalle sfide del tempo”. La Chiesa, ricorda ancora il Papa, è indietro di 200 anni, citando quanto disse il Cardinale Martini in una famosa intervista, che a suo tempo fece molto rumore. In questa situazione Francesco ammonisce che “ La Curia romana non è un palazzo o un armadio pieno di vestiti da indossare per giustificare un cambiamento. La Curia romana è un corpo vivo, e lo è tanto più quanto più vive l’integralità del Vangelo.”

Questo forte richiamo del Papa non interpella solo la Curia romana, a cui è stato rivolto direttamente, ma tutti i cristiani del nostro tempo, richiamandoli al Vangelo, “sine glossa” avrebbe aggiunto S. Francesco. Ecco perché la battaglia dei cristiani, ora più che mai, è contro le ingiustizie del mondo, contro i muri che si ereggono, contro le esclusioni, contro le guerre, contro le solitudini e gli abbandoni, contro l’odio che produce guerre, contro l’indifferenza e il disamore , che addormentano le nostre coscienze. Per questo fa sorridere, quando proprio non indigna, il gesto di un leader politico, che si presenta al congresso, per la verità non molto affollato, del suo partito imbracciando un presepe e dichiarandosi difensore della cristianità occidentale. A ben altro dovrebbe indurre il richiamo del Papa, ma in un Natale così pieno di luci e di contraddizioni si vuole comunque esprimere un auspicio e un desiderio, che le prossime festività portino gioia e serenità a tutti, rinnovando quanto gli angeli, come si legge nel Vangelo di Luca, annunciarono ai pastori : “Pace in terra agli uomini di buona volontà”.