Il pudore e la politica

di Pierluigi Castellani

Una volta anche i politici manifestavano un po’ di pudore. Se commettevano qualche sconcezza, come asservire il potere ai propri disegni politici cercavano di nascondere il malfatto sotto la sabbia di non vereconde diagnosi e contorte affabulazioni politiche, ma almeno permaneva il lieve e pudico rossore che imperlava le loro guance. Oggi non è più così. E’ stato bandito il pudore e con esso anche il guardingo nascondersi del pigmentato rosato del viso di chi comunque pensa di averla  fatta grossa. Sarà per un omaggio alla tanto conclamata trasparenza, se un politico dei 5Stelle non tenta neppure di mimetizzare lo sfacciato disegno di strumentalizzazione politica in un atto di governo come fa il senatore umbro pentastellato Stefano Lucidi, che confessa, appunto senza pudore, che il provvedimento di governo, che riduce i poteri delle Regioni e dei territori in materia di ricostruzione post-terremoto, sarebbe avvenuto “ per esautorare il PD dalla gestione dei miliardi del terremoto”.

Non conta naturalmente sapere, che una fase delicata come la ricostruzione ha bisogno del massimo coinvolgimento di tutti perché raggiunga l’obbiettivo di ridare ad un territorio ferito come quello della Valnerina e dello spoletino la  propria identità culturale e dignità sociale e che il vero obbiettivo della ricostruzione dovrebbe essere quello di recuperare la storia e la ricchezza culturale di quella fascia appenninica e di dare alle popolazioni colpite una casa degna di questo nome ed una possibilità di riscatto con la ripresa delle attività economiche. Niente di tutto questo perché veniamo a sapere dal parlamentare grillino che la logica , che ora alloggerebbe a Palazzo Chigi, è quella di punire un partito piegando un’attività di governo a fini meramente di convenienza politico-partitica.  Tra l’altro bisognerebbe ricordare, che il centro-sinistra in Umbria ha già dato prova di notevoli capacità di saper gestire prima l’emergenza e poi la ricostruzione in occasione dei terremoti del passato. Basterebbe rammentare quello del 1997. In quell’occasione la Regione Umbria ed i comuni interessati, non tutti a guida di centrosinistra, hanno saputo ridare ai territori colpiti l’antico splendore mettendo  in atto occasioni di ripresa economica e di sviluppo, che allora fecero guadagnare anche qualcosa al pil umbro, tanto che si parlò, non a caso, di modello Umbria per la qualità dell’impegno e delle professionalità messe in campo. Chi ha buona memoria ricorda che tutte le energie vennero impegnate e che certamente non si guardò alla casacca politica di nessuno anche perché dalle emergenze , come quella del 1997, non se ne vien fuori se non si è capaci di stimolare la solidarietà di tutti, istituzioni nazionali e locali , delle associazioni e di tutti i cittadini. Oggi viviamo sotto cieli diversi della politica. Contano gli slogans, le perenni campagne elettorali, la continua delegittimazione degli avversari ed un pericoloso neocentralismo statale, che rinnega ogni principio costituzionale contenuto nel titolo V della nostra carta fondamentale. Ora fanno quasi tenerezza quei politici di altri tempi che cercavano con pudore di nascondere qualche loro marachella. Oggi si fanno i propri bisogni fisiologici all’aperto senza neanche ricercare l’ombra di qualche pudica e boschiva frasca.

 

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