La democrazia e i pericoli di una deriva autoritaria
di Pierluigi Castellani
Sono sempre più numerosi i casi di leader che, legittimamente e democraticamente eletti, poi rivelano atteggiamenti che poco si conciliano con la democrazia sostanziale e non meramente formale. L’ultimo esempio c’è dato dal referendum svoltosi recentemente in Turchia ,ove con il 51,3% dei consensi è stata approvata una riforma costituzionale che trasforma questo paese in un sistema presidenziale senza quei pesi e contrappesi, che garantiscano dal rischio di una deriva in cui si accentrano tutti i poteri. Del resto è da tempo che la Turchia di Erdogan raccoglie le critiche di chi è costretto a registrare arresti di giornalisti e dissidenti con motivazioni generiche ed in alcuni casi pretestuose come quelle usate nei confronti del giovane italiano Gabriele Del Grande. Ma non c’è solo la Turchia, c’è l’Ungheria di Orban, in una qualche misura c’è l’America di Trump e la Russia di Putin. Insomma c’è da dover constatare che il consenso elettorale, cioè il semplice esercizio del voto, non garantisce l’irreversibilità del sistema democratico.
Perchè non basta la democrazia formale a mettere al riparo un paese, una società ed una comunità, da svolte autoritarie che possano finire per negare i diritti e le libertà per tutti e per chi dissente. Non a caso Popper ha detto che la democrazia consiste non tanto nella possibilità di scegliere un governo quanto invece nel poterlo cambiare. Insomma il pericolo di una dittatura della maggioranza, come segnalato già da Tocqueville, persiste sempre nel caso non ci sia la garanzia per tutti di esprimersi liberamente e di dissentire. Del resto c’è anche il problema che la scelta della maggioranza non sempre è giusta solo perché votata dalla maggioranza, altrimenti si dovrebbe ritenere giusta anche la condanna a morte di Socrate solo perché appunto approvata dalla maggioranza dei votanti. Certamente le scelte democratiche vanno rispettate, ma non per questo non si possono criticare o da esse non si possa dissentire. Viene quindi ancora in evidenza quello che è stato definito il paradosso di Boeckenfoerde, cioè che “ lo Stato liberale secolarizzato vive di presupposti che esso stesso non può garantire”. In altri termini significa che la democrazia non vive solo del rispetto del suo formalismo, ma deve essere anche accompagnata da un cultura di valori che sostengano e suffragano questa democrazia,valori di rispetto della persona umana che solo un background culturale e spirituale può garantire. Si potrebbe aggiungere, con riguardo ai pericoli insiti in quella che viene oggi chiamata democrazia del web, che è estremamente pericoloso sostituire sbrigativamente la democrazia rappresentativa, e quindi parlamentare, con la democrazia diretta ove senza intermediazioni un leader si appella genericamente e solamente al popolo. I pericoli del populismo sono sempre dietro l’angolo se una democrazia non ha solide basi culturali e non ha la garanzia della netta separazioni dei poteri. La storia ci ha abituato a derive autoritarie nate da legittimazione popolare e si sa che quando la storia si ripete rischia di trasformarsi in tragedia.