La scatoletta di tonno e i 5 Stelle
di Pierluigi Castellani
Sarà oramai giunta l’ora di giudicare e valutare le forze politiche ,presenti nel parlamento testè disciolto, per quello che avevano promesso cinque anni fa all’inizio della legislatura e per quello che hanno saputo fare nel corso della stessa. Chi ha un po’ di memoria certamente ricorderà che il M5Stelle aveva promesso palingenicamente che avrebbe aperto il parlamento alla trasparenza come una scatoletta di tonno evocando una sorta di rivoluzione globale nella politica italiana. A quella promessa molti elettori hanno creduto dando al movimento un consistente gruppo parlamentare, che pur tuttavia nel corso dei cinque anni si è in parte sfaldato per molte defezioni in gran parte dovute alla delusione , incorsa nei parlamentari dotati di una qualche autonomia, rispetto alla profonda discrasia riscontrata tra gli enunciati e la realtà fattuale della prassi parlamentare messa in atti dai gruppi parlamentari 5Stelle, eterodiretti – come si sa – dall’esterno da Grillo e dalla Casaleggio Associati. Basti pensare alla promessa di continui streaming, poi clamorosamente abbandonata per non rivelare ad altri le loro interne contraddizzioni e il rigoroso giustizialismo rispetto ai politici indagati poi improvvisamente abbandonato allorchè le indagini giudiziarie hanno riguardato i loro aderenti.
E non si tratta soltanto della sindaca Raggi e della sindaca di Torino, ma anche del sindaco di Livorno e molti altri. Così pure il continuo rimaneggiamento del loro cosidetto non statuto passando dal tanto conclamato direttorio ( ancora qualcuno lo sa che fine abbia fatto?) ad una sorta di autarchia con l’acclamazione di Luigi Di Maio come capo politico assoluto del movimento e , per non dire, che dalla tanto conclamata democrazia diretta del web si è giunti alle decisioni prese all’improvviso dall’ alto attraverso il blog di Grillo. E che dire dei tanti annunci della sindaca Raggi su i problemi di Roma che si sarebbero risolti in poche ore e che ancora sono tutti lì, anzi aggravati; dai trasporti pubblici con l’Atac che ha visto cambiare amministratori e dirigenti in un balletto continuo ai rifiuti, che ancora giacciono sulle strade e che verranno smaltiti ( si pensi bene!) in gran parte a Parma, dal tanto vituperato Pizzarotti , ed in quel termovalorizzatore,che è stato fortemente osteggiato dai 5Stelle e che secondo Grillo non si doveva proprio fare. Si potrebbe dire che è la storia che si prende le sue rivincite se amassimo confondere la storia con la cronaca della politica italiana. E’ per questi motivi che ci auguriamo che gli elettori, al di là dei molti effimeri sondaggi, ci pensino bene prima di dare il loro voto il prossimo 4 marzo. Perchè non sono mai le roboanti promesse elettorali quelle che cambieranno veramente la politica del nostro paese ma il saggio e competente comportamento di chi, come il Presidente Gentiloni, si è messo al lavoro e, completando le riforme già avviate dal governo Renzi, ha portato l’Italia fuori dalla crisi pur avendo dovuto fronteggiare gravi turbolenze esterne al nostro paese, come l’instabilità internazionale suscitata dal nuovo Presidente Usa, ed interne come l’emergenza terremoto e l’ emergenza dell’immigrazione, riportata oramai ad essere un ineludibile problema europeo. Quando cinque anni fa il PD ha preso la guida del governo, prima con Letta poi con Renzi ed infine con Gentiloni, l’Italia aveva tutti i segni negativi, dallo spread al Pil all’occupazione, ora non è più così. Tutti gli indicatori sono positivi , come la diminuzione della pressione fiscale constata proprio in questi giorni. Tutto questo, che sappiamo non basta perchè ancora c’è molto da fare, non è avvenuto per caso. C’è stato chi si è messo al lavoro per risolvere i problemi dell’Italia, mentre c’è stato chi dai Vaffa è passato alle facili promesse e si è ritrovata una scatoletta di tonno tutt’ora chiusa, ed oramasi definitivamente inutilizzabile perchè scaduta.