La sinistra che vuole perdere
di Pierluigi Castellani
Il dibattito politico di fine estate è monopolizzato dalle prossime elezioni siciliane da tutti ritenute un valido test per le elezioni politiche della prossima primavera. Gli schieramenti che all’inizio sembravano incerti oramai si sono quasi del tutto delineati. Il centrodestra ha trovato una sua unità intorno al candidato di FDI Nello Musumeci, il M5 ha da tempo lanciato la candidatura di Cancellieri ed il centrosinistra invece difficilmente troverà la sua unità intorno alla candidatura del Rettore dell’Università di Palermo Roberto Micari. Le ragioni sono note. Infatti convergerebbe su questa candidatura, considerata civica, anche il movimento di Alfano, che in Sicilia ha una sua consistenza elettorale. MPD e Sinistra Italiana non condividono questa apertura ad Alfano, considerandola un tradimento del centrosinistra. Naturalmente a nulla vale il fatto che Alfano ha tenuto in piedi i governi Letta, Renzi e sta tenendo in piedi il governo Gentiloni ed a nulla vale il fatto che questa candidatura è nata sulla scia dell’esperienza dell’alleanza, che ha riconfermato a sindaco di Palermo Leoluca Orlando , nella cui giunta, è bene ricordarlo, siedono rappresentanti del movimento di Alfano unitamente a quelli della sinistra, che ora si rifiuta di collaborare con il centrosinistra per le elezioni regionali.
Invero per la candidatura del rettore Micari si è speso proprio Leoluca Orlando nel tentativo di riproporre, come avvenuto per il comune di Palermo, una coalizione aperta al civismo ed a tutti quei movimenti che vogliono dare un impulso nuovo ad un centrosinistra più attento alle realtà locali ed a quanto si muove sul territorio. A questo progetto ha dato il suo sostegno anche Giuliano Pisapia con il suo Campo Progressista, consapevole che un progetto di governo di centrosinistra non può non tener conto anche di altre realtà, che non vogliono riconoscersi nel duo Berlusconi-Salvini e nei 5S sempre più ancorati ad ambiguità ed incertezze, che nulla fanno presagire di buono per il governo di una regione così difficile come la Sicilia. Basti pensare che non c’è soltanto l’attenzione al cosiddetto abusivismo di necessità, ma sembra che dalla campagna elettorale dei grillini sia assente il problema della mafia. Grillo vuole vincere a tutti i costi in Sicilia ed allora val bene cercare consensi da tutte le parti con una proposta, gridata sì, ma ambigua e priva di un robusto progetto di governo. Ed allora perché il centrosinistra non trova la sua unità ?
E’ una domanda che va posta a chi si vuole fare da parte ed anche al presidente uscente Crocetta, che vorrebbe riproporre ad ogni costo la sua candidatura. Le divisioni della sinistra, ci insegna la storia, sono la maledizione che pesa sui movimenti progressisti del nostro paese e non solo. Quando si rivendica la purezza estrema dell’impostazione si finisce sempre di trovare chi vuole sempre essere più puro degli altri. Ma nel caso della Sicilia c’è chi maliziosamente, non si sa quanto, introduce anche qualche altro elemento di spiegazione. Infatti tra chi invoca la purezza del centrosinistra in Sicilia ci sono anche coloro che hanno accettato i voti di Berlusconi per dare vita al primo governo Letta e che anzi in quel governo sedevano in posti di responsabilità, mentre ora rifiutano categoricamente i voti di Alfano da tempo in rotta con Berlusconi e Salvini in una situazione difficile come quella siciliana ed intorno ad una candidatura nuova come quella del rettore Micari. Ed allora, qui c’è la malizia, forse si vuole costringere il centrosinistra a perdere perché in questo modo la perdita del PD sarebbe inevitabilmente addebitata al suo segretario, ritenuto, come è noto, dai bersaniandalemiani un alieno di cui sbarazzarsi. Insomma l’antirenzismo sarebbe la vera motivazione della loro contrarietà a Micari, perché Renzi potrebbe intestarsi questa vittoria e quindi avviarsi con maggiore lena verso il traguardo delle elezioni politiche. Del resto sta anche qui la divergenza tra Pisapia e MDP. Infatti Pisapia si rifiuta in ogni occasione di considerare il PD e quindi Renzi un avversario, riconoscendo che senza il PD non si dà nessun centrosinistra. Ed allora è meglio perdere per dare una lezione a Renzi. Se questa fosse davvero l’autentica motivazione del mancato appoggio di MDP e di Sinistra Italiana alla candidatura del rettore Micari ben difficile sarà riproporre a livello nazionale quel nuovo e largo centrosinistra da molti auspicato. Ma siccome il diavolo fa le pentole, ma non sempre i coperchi, speriamo che la volontà suicida di certa sinistra non confonda gli elettori siciliani che si recheranno alle urne.