Landini e la manifestazione del 28 marzo
di Pierluigi Castellani
Le bandiere rosse, alcune con la falce e martello, che sbandieravano nella Piazza del Popolo il 28 marzo potevano illudere qualcuno che si fosse ancora nel secolo scorso e in un’altra epoca ed invece quella piazza è ancora così attuale tanto da far pensare, che tanti anni siano passati invano. Con questo non si vuol dire che quella protesta non sia legittima anche se siamo nel terzo millennio, ma solo di valutare se Landini e la sua coalizione sociale non stiano ripetendo i tanti errori della sinistra del passato, che, rimanendo pervicacemente antagonista, mai potrà aspirare al governo del paese. Una certa idea della sinistra, ancora da alcuni coltivata, nel nostro paese non potrà che essere minoritaria, né potrà ambire al governo di un paese evoluto come l’Italia anche se ancora alle prese con una crisi, che solo ora sta rivelando qualche segnale di ripresa. Del resto quando Landini grida alla piazza, che calorosamente applaude, che “Renzi è peggio di Berlusconi” sta a dimostrare che questo tipo di sinistra ha sempre bisogno di essere “contro”ed adesso, che Berlusconi non c’è più, deve necessariamente prendersela con il governo in carica ancorchè espressione di un partito che si colloca , in modo radicato, nel centrosinistra. Certamente in quella piazza c’ era anche chi voleva esprimere il proprio disagio e reclamare da chi governa una maggiore attenzione alle disuguaglianze sociali ed alle nuove povertà, ma come non pensare che la manifestazione della Fiom sia più politica che sindacale.
Landini, che pur rivendica anche un consenso maggiore di quello del premier, deve necessariamente attendere le nuove elezioni per verificare se il proprio millantato consenso possa servire a modificare quegli assetti politici, che il PD oggi, e credo anche domani, egemonizza.
Del resto mi sembra significativo il commento di Cesare Damiano, non certo un renziano, quando dice: “Penso che il sindacato sia un soggetto politico, ma dico anche che la sua essenza sta nella contrattazione, per questo mi pare un po’ strano che la Fiom non riesca a fare alleanze dentro il movimento sindacale e le cerchi fuori”.
Infatti nonostante l’indubbio successo della manifestazione del 28 marzo l’isolamento della Fiom, anche all’interno della stessa CGIL, è apparso evidente. Isolamento che non è stato superato dalla presenza di Civati, Fassina e della stessa Bindi, presenza questa dovuta più alla esigenza di sfuggire alla ghettizzazione minoritaria in cui Civati e gli altri si stanno richiudendo all’interno del PD, che ad una convinta adesione a quella “coalizione sociale” da Landini auspicata. Certamente restano i problemi e come superarli , ma è di tutta evidenza lo sforzo del governo Renzi nell’affrontare i temi del lavoro,della redistribuzione della ricchezza e dell’ammodernamento del paese. Chi governa sa che non basta protestare in piazza per risolvere i problemi di un paese come l’Italia,ma soprattutto occorre lungimiranza e tenacia e garantirsi le necessarie alleanze, a livello internazionale, per rompere l’isolamento di un paese, che da solo non uscirà mai dalla crisi che lo attanaglia. E’ curioso che tutto questo lo stia sperimentando e comprendendo Tsipras per la sua Grecia e non Landini, che pure sembra volersi avvicinare a quella esperienza.