L’Ast di Terni e il nostro futuro

di Pierluigi Castellani

La lunga e difficile vertenza dell’Ast di Terni si è finalmente conclusa con un accordo, giudicato positivo da entrambi le parti contraenti, anche se nelle assemblee degli operai si è registrato qualche fischio e qualche disillusione. E’ però innegabile che l’accordo non prevede licenziamenti, dato che 290 dipendenti hanno optato per l’uscita volontaria incentivata, e che prevede invece il mantenimento dei due forni accesi ed investimenti che fanno ben sperare per una ripresa dell’attività delle acciaierie con un incremento della produttività.  Va dato atto alla tenacia dei dipendenti dell’Ast e delle forze sindacali per come hanno portato all’attenzione nazionale ed europea il problema del sito industriale di Terni e della produzione dell’acciaio nel nostro paese. L’Italia con ancora i problemi aperti di Piombino e Taranto, pur – si spera- in via di soluzione, non poteva accettare un ulteriore ridimensionamento di Terni ,pena l’uscita definitiva del nostro paese da un segmento importante ed essenziale come la produzione dell’acciaio. Questo è stato compreso anche dal Governo, che con il sostegno delle istituzioni locali (Regione Umbria e Comune di Terni) non ha mancato al suo ruolo di regia con la costante presenza  al tavolo delle trattative del Ministro Guidi.

Tutti soddisfatti ? Forse no, permanendo ancora qualche residuo margine di incertezza, ma come umbri non possiamo non rimarcare come il salvataggio del sito industriale ternano sia una vittoria dell’intera regione perché la grande industria non può che convivere positivamente con le piccole medie aziende, che proprio dall’indotto trovano la loro necessità di vita. Significa anche che la nostra Regione può ragionevolmente pensare di poter svolgere un proprio ruolo nel settore industriale oltre che nel manifatturiero, perché non si dà sviluppo senza industria, volano essenziale per ogni  attività negli altri settori produttivi. Da qui si può ricominciare a sperare, consapevoli che la frontiera dello sviluppo si conquista anche con l’innovazione, con la green economy e le nuove fonti di energia rinnovabile, che attendono una maggiore attenzione anche dalla politica regionale. Un orizzonte questo che dovrà chiarirsi con i programmi che le forze politiche presenteranno in occasione del prossimo appuntamento elettorale. Ora l’Ast di Terni siamo sicuri che non appartiene solo al nostro passato, ma che può giocare un ruolo importante anche nel nostro futuro.

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