L’ircocervo del Governo Lega – 5 Stelle

di Pierluigi Castellani

E’ difficile tentare una definizione del governo Salvini-Di Maio con le categorie fino ad ora in uso alla politica. E’ un governo di destra o di sinistra ? La politica sull’immigrazione dettata da Salvini ha fatto definire di destra il nuovo governo, mentre l’ultimo decreto quello chiamato “decreto dignità” voluto da Di Maio ha fatto parlare qualcuno, molto frettolosamente ed avventatamente, come espressione di un governo volto a sinistra. La verità è che è difficile catalogare un governo formato da una forza chiaramente di destra come  la Lega e da un movimento che ama invece definirsi nè di destra nè di sinistra. Questo governo è appunto una specie di ircocervo (capra e cervo insieme) che non avendo una base programmatica ben definita, perchè il famoso contratto è una sommatoria di cose da fare, non si sa con quali risorse e palesemente in contrasto ,come la flat tax e il reddito di cittadinanza, senza un orrizonte politico comune da perseguire e da indicare agli italiani. Le prime mosse del governo lo stanno a dimostrare.

La politica sull’immigrazione di Salvini è chiaramanete subita da una parte  consistente dei 5Stelle , mentre il cosiddetto decreto dignità, che secondo Di Maio dovrebbe archiviare il jobs act e combattere il precariato, è mal subito dalla base elettorale della Lega, fatta soprattutto di imprenditori piccoli e grandi del Nord, tanto che Salvini ha dovuto dire che il decreto verrà migliorato in parlamento così da irritare non poco Di Maio, che sembra già pensare a blindare il provvedimento con il voto di fiducia. Ma del resto il provvedimento voluto  da Di Maio soprattutto per riprendersi la scena fino ad ora occupata dall’altro vice premier leghista è un provvedimento al ribasso del programma elettorale 5Stelle. Il jobs act viene toccato solo marginalmente togliendo una parte della flessibilità che aveva consentito la ripresa dell’occupazione in un contesto di ripresa economica ancora fragile. Del resto qualcuno ha già preconizzato non già meno precariato ma meno lavoro , mentre non viene affrontato alcuno dei nodi strutturali che affliggono la nostra economia e che riguardano soprattutto certezze da offrire alle imprese sugli investimenti e sull’accesso al credito e superamento delle strozzature burocratiche , che le tante leggi sovrappostesi in materia di interventi pubblici e di appalti hanno creato. Di Maio sembra ancora convinto ,e con lui anche una parte del sindacato,che il lavoro si crea con le leggi anzichè con l’impresa. E’ l’impresa, anche quella derivante dalle star tup giovanili, che va sostenuta e facilitata nel suo accrescersi in innovazione ed in apertura ai nuovi mercati. Di questo nel nuovo provvedimento non c’è traccia e del resto non si sa quale sarà il suo iter parlamentare considerati i mal di pancia leghisti , che si sono già registrati. Ma forse prevarrà la ragion di stato o meglio la convenienza dello stare assieme e di far vivere l’ircocervo governativo oltre ogni misura perchè niente di meglio c’è in politica del cemento del potere. Alcune avvisaglie su i comportamenti di convenienza che le due forze politiche di governo stanno dimostrando sono già molto evidenti.

L’ultima questione riguarda la presunta coerenza dei 5Stelle. Si è infatti visto che la tanto conclamata “onestà onesta”, grido identitario del movimento grillino, si è fermata di fronte al muro della convenienza governativa perchè il proditorio attacco alla magistratura di Salvini e della sua Lega per la sentenza della Cassazione per la confisca di tutti i conti correnti della Lega per essersi a suo tempo appropriata di rimborsi elettorali non regolarmente documentati non ha suscitato che qualche flebilissima voce da parte dei 5Stelle, che sull’attacco alla casta ed ai partiti sperperatori di soldi pubblici hanno costruito la loro identità e le loro campagne elettorali. Ora un Ministro dell’Interno che attacca la magistratura e che impropriamente chiama in causa il Presidente della Repubblica non fa più scandalo, anzi è un prezioso alleato con cui si vuole continuare a governare. La verità è tutta qui. Quando leader e percorsi politici non si costruiscono su saldi valori e su una forte e credibile cultura di governo si finisce per essere governati dal duo Salvini-Di Maio, che non avendo nulla in comune se non lo sfacciato populismo nutrito di slogan semplificatori di cui fanno continuamente sfoggio, sembrano  essere invece molto interessati a mantenersi a lungo la loro poltrona ministeriale. Insomma gli italiani non avevano avuto fino ad ora esperienza di che cosa fosse un ircocervo politico, ora la hanno. Quanto dovrà durare questa esperienza ?

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