Quell’eroe sconosciuto sul traghetto in fiamme
di Alvaro Bucci
Tra le tante notizie fornite, da stampa e televisione, sull’incendio e la deriva del traghetto “Norman Atlantic” , mi ha particolarmente colpito quella diffusa dal Tg1 della sera del primo gennaio scorso. Di uno dei naufraghi che ha salvato una donna incinta e i due piccoli figli. Jofri (non so se sia esatto così) si è accorto dei sue più piccoli passeggeri e della loro mamma intossicati dal fumo e terrorizzati. Li ha portati lontani dal fumo, li ha protetti e li ha rassicurati. Poi, dopo alcune ore, all’arrivo del primo elicottero di soccorso, ha fatto in modo di farli salire tra i primi. Così quella famiglia è ritornata ad essere sana e salva. A Jofri, intervistato, è stato chiesto se quelli che aveva salvato erano siriani. E lui ha risposto che “non erano siriani”, ma “erano delle persone”.
Due considerazioni mi s’impongono a commento. In primo luogo la positività della diffusione, da parte di un telegiornale della rete ammiraglia della tv italiana, della “bella” notizia dell’azione di solidarietà “dell’eroe sconosciuto”, pur nel contesto di un’ampia serie di notizie drammatiche e “brutte”. E in secondo luogo la risposta dello stesso eroe, con la sua valenza umana, culturale e politica. Che andrebbe sbattuta in faccia a ciarlatani della politica, e ai loro seguaci di settori di una società inavveduta, che si atteggiano a leader politici, ma privi di ogni cultura e maghi di una gestione del potere per il potere, incapaci di riconoscere la persona se non vicina al colore della propria pelle ed ai propri interessi.