Quel che non fece Stalin lo farà Putin?
di Pierluigi Castellani
Lo scenario che si sta prefigurando con l’evolversi della crisi ucraina fa sorgere domande inquietanti circa i futuri rapporti tra l’Europa e la Russia di Putin. E’ dalla fine della guerra fredda e dalla caduta del muro di Berlino che non si registrava una tensione così aspra tra l’Europa e la Russia e tutti ci auguriamo che tutto questo non ci faccia precipitare in una guerra tra Est ed Ovest anche se sarebbe una guerra per interposta persona, cioè non con il coinvolgimento diretto dell’Europa ma appunto attraverso l’Ucraina. E’ certo che è da tempo che non si sentivano parole minacciose come quelle dette da Putin, che, mostrando i muscoli,ha voluto ricordare al mondo che la Russia è una grande potenza nucleare e che potrebbe conquistare l’Ucraina in pochissimo tempo. Al comunismo in Russia si è sostituito il nazionalismo di Putin ed è con questo che l’Europa ed il mondo ora debbono fare i conti.
Ma l’Europa non può fare la guerra neppure armando l’Ucraina, verrebbe meno alla propria missione che è quella della pace. Così è avvenuto in questi settanta anni che ci dividono dalla fine della seconda guerra mondiale, che ha visto infiammarsi l’Europa e ricoprirsi di rovine e di morti. Ora debbono essere altre le vie per risolvere le controversie internazionali e certamente ci sono anche le ritorsioni di tipo economico, strada già intrapresa dall’Europa e dall’America di Obama, ma questa strada ha pur i suoi lati negativi data la forte interconnessione economica esistente tra l’Europa e la Russia, effetti negativi che già si sentono e che stanno aggravando la crisi economica che sta vivendo il continente europeo. Alla fine l’isolamento in cui sarà costretta la Russia dalla politica nazionalista di Putin peserà negativamente sul popolo russo, che contrariamente ai suoi capi si è internazionalizzato fortemente anche con intrecci finanziari da cui difficilmente potrà districarsi.
Il popolo russo capirà che Putin sta riportando indietro le lancette della storia e che vivere in pace rispettando le altre nazioni è il modo migliore per avanzare nello sviluppo e nella democrazia ?
Ce lo auguriamo, perché questa forma di nuovo imperialismo russo può produrre nuovi disastri e può condurre ad una forte tensione che rischia di rompere quell’equilibrio tra Est ed Ovest che ha resistito, garantendo una difficile pace, anche quando c’era la Russia di Stalin. Non vogliamo neppure immaginare che Putin voglia condurre il mondo là dove neppure Stalin lo ha portato.