TERMINA IL 2013 E il 2014?

di Pierluigi Castellani
Si sta concludendo il 2013. Un anno di crisi anche per la nostra regione, che vede aziende in difficoltà, cassaintegrati, giovani disoccupati in cerca di prima occupazione, aumento della povertà come evidenzia anche l’ultimo rapporto AUR. Ci stiamo allontanando dal centronord e avvicinando al centrosud. E’ giusto che si sottolinei che siamo una regione con molti servizi, ed alcuni anche di eccellenza, ma questo alto tenore di servizi come possiamo continuare a mantenerlo con un sistema a così bassa produttività ? Recuperare competitività nel sistema delle imprese e nel sistema umbro nel suo complesso non è un compito da poco. Spetta alla politica questa impresa certamente, ma anche alla società civile. Tutta l’Umbria ha bisogno di riprendere a pensare in grande, ad avere un pensiero lungo ed a porsi obbiettivi strategici, cosa più difficile del passato quando bastava affidarsi alle grandi imprese ed a quelle statali per garantirsi un certo grado di sviluppo. Oggi la grande impresa è in crisi dappertutto e la piccola impresa è troppo parcellizzata e non riesce spesso a fare sistema, a collegarsi, per affrontare i problemi della innovazione e penetrare nei mercati.

Si può allora coltivare qualche speranza ? Credo di sì, anche perchè l’Umbria, come tutte le regioni, patisce le difficoltà dell’Italia nel suo complesso e quindi ,se è vero che all’orizzonte si preannuncia una ripresa dell’economia nazionale, anche l’Umbria se ne gioverà. Ma dobbiamo fare la nostra parte. La Regione deve riprendere , con maggiore coraggio e più coerenza, la politica della semplificazione amministrativa ed istituzionale, disboscare la rete istituzionale soprattutto valorizzando il ruolo dei comuni e riqualificare la spesa regionale in direzione della cultura e dell’ambiente ed offrendo al sistema delle piccole e medie imprese sostegno per l’innovazione e le nuove tecnologie per il recupero di quella competitività di cui questo sistema ha bisogno.

Naturalmente anche il governo deve fare la sua parte soprattutto sul fronte fiscale, così gravoso per il lavoro, e destinare risorse che avviino una politica per i giovani , degna di questo nome. Speriamo che il nuovo anno ci faccia dimenticare questo anno che sta finendo, certamente uno dei più brutti di questo ultimo decennio.

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