Un patrimonio poco conosciuto
di Mauro Sanzi
In questi mesi è in atto la riforma del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali che punta finalmente a separare le Soprintendenze dai Musei creandone venti dotati di autonomia. Tra questi La Galleria Nazionale dell’Umbria, il maggior museo di Perugia, la cui autonomia sarà occasione di rilancio d’attrazione turistica. Esiste una grande cultura della tutela vigilata attentamente dalle Soprintendenze ma da almeno 15 anni nessuna azione per la valorizzazione del patrimonio che abbiamo e che è la forza del nostro Paese (50 Siti Unesco, più 4.000 musei, bellezze naturali, creatività etc.). L’Italia è il quinto Paese per il turismo internazionale ma il primo per desiderio di viaggio da tutti i Paesi del mondo , in poche parole tutti vogliono visitare l’Italia. Naturalmente, non esiste l’attenzione dovuta anche se nel 2013 il turismo occupava 1.106.000 addetti ( dieci volte in più del settore chimico ) e con l’indotto 2.619.000, cioè un milione di addetti in più dell’industria metalmeccanica) è il settore che impegna quasi il 14% degli occupati ( dal Corriere della Sera di A. Stella ). Non è più sufficiente il bello unico nostro patrimonio a farci preferire ad altre destinazioni considerando che il rapporto qualità-prezzo, negli ultimi anni, è precipitato dal 28° al 57° posto e che il marchio turistico mondiale, in dieci anni, è passato dal 1° al 18° posto.
La Gran Bretagna ha 17 Siti Unesco (noi il triplo), loro sono sei posti davanti a noi nel “marchio” della competitività turistica, com’è possibile? Le ragioni possono essere tante ma se vediamo il web ufficiale italiano è in cinque lingue, il loro in dieci, può essere un piccolo dettaglio? I beni culturali non sono solo un patrimonio economico-turistico ma costituiscono anche la nostra identità, storia, ambiente e memoria (come sostiene F. De Biase dirigente Arti Contemporanee Torino). E’ necessaria allargare la partecipazione dei cittadini alla vita culturale, portandola oltre i soliti addetti ai lavori. La tassa di soggiorno quanto ha fruttato a Perugia? Come è stata spesa? Di sicuro potrebbe essere una risorsa destinata a progetti di eventi culturali, ad esempio includerla in una Card di servizi da offrire gratuitamente al turista, come avviene a Ferrara dove esiste la “Turist Card” che consente ingressi gratuiti nei musei civici. Si passa così dal turismo di destinazione al turismo di motivazione, il turista oggi sceglie anche in base alle esperienze che il territorio è in grado di prospettargli. Bisogna portare la cultura oltre i soliti addetti ai lavori per trovare nuovi potenziali pubblici (anziani, bambini, emigrati etc.). Bisognerebbe rendere gli spazi culturali più accessibili per viverli come luoghi d’incontro e divertimento con relazioni e modalità differenti di approccio alle opere d’arte utilizzando adeguatamente le nuove tecnologie con strategie informatiche e comunicazionali meno autoreferenziali perché, in qualche misura, rivolte al solito pubblico di addetti o sensibilizzati. Questa è la grande opportunità che non bisogna disperdere.