Anche l’Umbria avvia l’ oncologia del territorio: cure a casa e fuori dagli ospedali
Portare le cure a casa dei malati oncologici, fuori dagli ospedali quindi. Soprattutto ora per proteggere i pazienti dal rischio contagio in corsia, ma anche per il dopo Covid abbandonando quella logica ospedalocentrica che presenta disagi e limiti di assistenza notevoli. C’è anche l’Umbria tra le sette Regioni che avvieranno sperimentazioni pilota di oncologia del territorio, nell’ambito del progetto Smart card messo in piedi dall’associazione Periplo, capofila delle reti oncologiche regionali e dalla Società italiana di leadership e management in medicina. Si tratta di un nuovo approccio di presa in carico dei malati oncologici, a distanza con il supporto della telemedicina o a livello domiciliare e ambulatoriale. L’ obiettivo è quello di implementare le cure di prossimità per evitare accessi impropri all’ Ospedale. Saranno sette le Regioni coinvolte: Toscana, Campania, Veneto, Piemonte, Liguria, Umbria e Puglia. Come funzionerà? Il paziente con cancro ha bisogno dell’Ospedale solo per brevi periodi, per un eventuale intervento chirurgico, la radioterapia e la chemioterapia in via endovenosa. Tutto il resto va erogato a casa o sul territorio, dal follow up alle terapie orali, la riabilitazione, la diagnostica radiologica, il supporto necessario compreso quello nutrizionale. Si costruirà una cartella clinica informatizzata alla quale potranno accedere tutti i professionisti coinvolti. Determinante sarà il ruolo di infermieri e medici di famiglia che devono operare in sinergia con gli oncologi ospedalieri. Un progetto molto importante che richiederà appunto l’ assunzione di infermieri da mandare sul territorio. Speriamo che in Umbria la Regione non faccia mancare le figure professionali necessarie per far decollare concretamente e seriamente un progetto che può cambiare la qualità della vita degli ammalati e deospedalizzare il sistema sanitario umbro.