In Umbria mancano oltre 330 medici: ” passare dalle parole ai fatti”. I casi di Spoleto e Foligno
” In Umbria mancano oltre 330 medici, di cui 60 primari. Serve una riorganizzazione del sistema sanitario regionale che deve partire dal capitale umano”, a dirlo è la vice segretaria regionale di Cimo Umbria, Cristina Cenci. ” Tutti gli operatori sanitari nell’emergenza Covid hanno dato tutto loro stessi, ma l’emergenza è stata affrontata al di sopra delle nostre forze e questo perché, come denunciamo da anni, mancano medici”, ha sottolineato Cenci. ” Il rischio – ha aggiunto – è quello di erogare un servizio di pessima qualità e noi medici non lo vogliamo. Da più parti arrivano gridi di allarme. Faccio un esempio. A Foligno i 24 posti letto Covid sono stati gestiti in aggiunta ai 36 di degenza ordinaria dallo stesso organico della Medicina. A Spoleto – ha detto ancora Cenci – sei dirigenti medici si sono fatti carico dei 32 posti letto Covid aperto per necessità regionali. A Perugia gli anestesisti-rianimatori in questi mesi, da soli, hanno gestito l’ordinario e straordinario. L’hanno fatto nonostante le malattie, perché si sono malati pure loro e l’hanno fatto senza che venissero rimpiazzati con le assunzioni promesse di specializzandi e adesso non ce la fanno più, guardano con preoccupazione all’arrivo della terza ondata”. La vice segretaria regionale di Cimo si rivolge alla Regione dell’Umbria: ” Il direttore generale Claudio Dario ha avuto modo di dire che il sistema sanitario regionale in questi anni è stato sorretto dai medici, allo stesso direttore Dario – ha detto Cenci – chiediamo di passare dalle parole ai fatti. Se veramente il sistema sanitario regionale si fonda sul suo personale, la riorganizzazione parte proprio dal personale. Chiediamo di pianificare insieme il futuro, ascoltando la voce di chi lavora sul campo, senza subire dall’alto riorganizzazioni che vadano ad accontentare la parte elettorale”.