Montefalco, fedeli in rivolta per il trasferimento del parroco: don Vito non si tocca
Sta suscitando un vespaio di polemiche la decisione dell’arcivescovo di Spoleto, Renato Boccardo, di portare via il parroco Don Vito Stramaccia dalla parrocchia di San Bartolomeo di Montefalco. Sono molti i fedeli che si oppongono alla decisione e con il passare dei giorni cresce anche il malcontento. Don Vito è parroco di Montefalco da oltre dieci anni e si insediò nella parrocchia di San Bartolomeo nell’autunno del 2012, dopo quindici anni trascorsi nella importante parrocchia di San Nicolò a Spoleto. Anche in quella circostanza il suo trasferimento non fu preso bene dai fedeli che manifestarono la loro rabbia in tanti modi. Sui social volarono giudizi non proprio gentili nei confronti della Curia spoletina. Oggi, a distanza di tanti anni, il suo trasferimento provoca di nuovo malumori e proteste tra i parrocchiani. Cambia soltanto la città: dieci anni fa a protestare erano gli spoletini di San Nicolò, oggi sono i montefalchesi . Da giorni, Don Vito si è chiuso in un silenzio assordante e preferisce non parlare con nessuno . Forse, perché non vuole alimentare le polemiche ed essere tirato in mezzo. Forse, perché i parrocchiani non capirebbero bene il principio di obbedienza che un sacerdote, in virtù dei sacri canoni, è tenuto a prestare al proprio vescovo. A scendere in campo, questa volta, è addirittura un generale e aviatore italiano, che ha ricoperto l’incarico di Capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare. “Trasferire un parroco non è come cambiare un direttore di banca o un militare. Togliere un parroco ad una collettività è come privare una famiglia del padre, semplicemente disumano”, ha scritto il generale aviatore con tanto di abilitazione di pilotaggio del cacciabombardiere. Il generale Tricarico è un uomo stimato in tutta Italia, e non solo, apprezzato per la sua storia personale e rappresenta un fiore all’occhiello del Paese. Un militare con tante onorificenze al merito, che sulla vicenda di don Vito fa sapere direttamente il suo pensiero. “Ci si lamenta ormai da tempo – prosegue la lettera del Generale – per le chiese sempre più vuote: movimentare senza ragione valide che non siano la semplice rotazione a tempo nell’incarico, è un metodo infallibile per aggravare la situazione. I motivi vanno spiegati alla gente e tutto questo non va confuso con il dovere dell’obbedienza dei religiosi che è altra cosa, questa sì da non mettere in discussione”. Per l’ex Capo di stato maggiore dell’Aeronautica, ormai cittadino di Montefalco, l’unica persona che dovrebbe tentare una riconsiderazione del trasferimento è il sindaco, Luigi Titta. Come finirà ? Non sarà sicuramente l’arcivescovo Boccardo a fare un passo indietro. Così, come è avvenuto in tante altre parti della Diocesi dove i fedeli si sono visti piombare addosso decisioni difficili da accettare.