Giochi de le Porte, San Benedetto nel caos: dieci del direttivo si dimettono
GUALDO TADINO – In riscontro al comunicato stampa del Consiglio Direttivo dell’Associazione Porta San Benedetto, i 12 ricorrenti – rappresentanti di un folto numero di iscritti che da dicembre ad oggi hanno rassegnato le proprie dimissioni irrevocabili dai rispettivi gruppi di lavoro: carri, marketing, bracieristi, taverna e giocolieri – hanno dato mandato agli Avv.ti Angelo Piccotti e Marco Paoli, con studio in Foligno, al fine di presentare ricorso avverso alla delibera del suddetto Consiglio con la quale è stata ratificata l’elezione dei componenti e nominato quale Priore il sig. Matteo Calzuola. Ciò in quanto si ritengono violate le norme statutarie relative alla composizione del Consiglio Direttivo, che risulta attualmente composto da 14 consiglieri a fronte di un numero minimo previsto dallo statuto di 15.
Il ricorso, presentato da 12 associati alla Porta anche in rappresentanza di molti iscritti di Porta San Benedetto, ha quale finalità esclusiva la tutela del rispetto delle disposizioni statutarie che regolano la vita dell’Associazione al fine di garantire il corretto funzionamento e la legittimità dei suoi organi elettivi e il perseguimento degli scopi associativi.
Si respingono, pertanto, gli addebiti mossi dal Priore in merito a presunti “personalismi” e “tentativi maldestri di scalate”, guidati da “ livore personale” e “rivendicazione”: l’obiettivo unico dei ricorrenti, infatti, è quello di tutelare l’Associazione sotto ogni suo profilo, affinchè sia garantito il rispetto delle regole che è il solo presupposto sul quale si può fondare l’unità di intenti tra tutti gli associati. Sia i 12 ricorrenti che il folto gruppo di soci dimissionario erano favorevoli a trovare un accordo con il signor Matteo Calzuola e il suo gruppo nel corso di ben due riunioni con gli ex priori. Ma ogni proposta emersa nell’incontro è stata rigettata dall’attuale Priore. Se di personalismi si parla, non sono certo quelli dei soci dimissionari che hanno sempre lavorato per una porta democratica, plurale e aperta ad ogni confronto.
Dunque proprio per verificare se tali regole – dello Statuto – non siano state violate abbiamo ritenuto opportuno rimettere la decisione ad un organo terzo che sarà chiamato a pronunciarsi senza condizionamenti e la cui decisione, qualunque sarà, verrà da noi rispettata”.