L’infinita querelle fra Morroni e la Lega: sulla caccia al cinghiale volano gli stracci
Che tra il vice presidente della giunta regionale, Roberto Morroni (Fi), e la Lega Umbria non corra buon sangue è cosa nota. Trovarsi però continuamente costretto a difendersi dal fuoco dei propri alleati è alla lunga stucchevole. L’ultima tirata d’orecchi a Morroni è arrivata sulla mancata proroga della caccia al cinghiale. Il rimprovero è tutt’altro che velato: ” Il parere contrario dell’assessore Morroni alla proroga dell’attività venatoria di controllo e contenimento della caccia al cinghiale per prevenire il diffondersi della peste suina africana in Umbria, come richiesto dalla Lega, è frutto di una scelta dettata dalla volontà politica di cui si fa fatica a comprenderne le motivazioni”. L’attacco è chiaro e diretto: “Le osservazioni prodotte dal forzista Morroni sono insufficienti e lo invitiamo a un confronto con le associazioni venatorie, alcune delle quali ancora oggi non hanno avuto modo di incontrarlo”. Insomma, dopo oltre due anni l’esponente di Forza Italia, vicepresidente della Giunta Regionale e assessore all’ambiente e caccia, non avrebbe trovato il tempo per incontrare i rappresentanti dei cacciatori umbri. Così almeno dicono i leghisti Stefano Pastorelli (capogruppo), Manuela Puletti e Valerio Mancini, responsabile del dipartimento caccia della Lega Umbria. La loro protesta è accompagnata anche dal parere del direttore generale dell’Istituto zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche, Vincenzo Caputo, ascoltato pochi giorni fa in seconda commissione. Secondo i tre consiglieri regionali della Lega, il direttore dell’Istituto Zooprofilattico avrebbe sostenuto che “in merito all’ipotesi del diffondersi della peste suina africana in Umbria, per frenare l’avanzata del virus una soluzione potrebbe essere quella di provvedere all’eradicazione del cinghiale”. E’ lecito chiedersi – concludono Pastorelli, Puletti e Mancini – ” perché in Umbria si faccia resistenza a questo tipo di soluzione, avallata anche da Ispra, visto che in Molise, ad esempio, il cui governatore è dello stesso partito dell’assessore Morroni, sia stata predisposta la proroga al 30 gennaio 2022 del termine del periodo consentito per la caccia al cinghiale”. Insomma la querelle tra Lega e Morroni è destinata a proseguire per tutta la legislatura, con il vicepresidente forzista costretto a mantenere posizioni difensive contro l’urto dell’alleato riottoso. Oppure Morroni prova a guadagnare tempo in attesa di tempi migliori.