L’ultimo saluto di Gubbio a Giampiero Bedini, penna garbata e autorevole

GUBBIO – C’era tutta la città a dare mi l’ultimo saluto a Giampiero Bedini, un decano e un maestro del giornalismo umbro, storica firma de La Nazione e fondatore di Radio Gubbio. Un monumento di eugubinità e di amore per la città la figura di Giampiero, appassionato tifoso del Gubbio, innamorato dei Ceri che commentava in diretta da anni, punto di riferimento per tanti giovani colleghi che per la redazione di Trg sono passati e si sono formati. A celebrare la cerimonia, in una chiesa di Sant’Agostino gremita, c’erano due vescovi. Monsignor Luciano Paolucci Bedini e il vescovo emerito Mario Ceccobelli, che di Giampiero e della moglie Rita era coetaneo. In prima fila la famiglia con i figli e i nipoti che amava molto.

“L’immagine che custodisco di Giampiero – ha detto il vescovo Paolucci Bedini – è lui, con il suo incedere affaticato, ma sempre presente in ogni appuntamento, con la presenza discreta della moglie. Dopo il funerale di Rita mi disse: ‘Ringrazio Dio di averla accompagnata fino all’ultimo nella sua fragilità fino all’ultimo, e ora mi preparo per raggiungerla”. Ceccobelli, che di Bedini e la moglie era coetaneo, ha ricordato l’ultimo colloquio con Giampiero, durante il quale avevano parlato del travaglio del parto: «La vita è un tratto di strada tra due travagli, la nascita e la morte. Giampiero si preoccupava delle future generazioni che «escludono Dio perché la vita è eterna nel regno di Dio». Sentito anche il ricordo professionale e personale di due colleghi che avevano lavorato a stretto contatto con lui: Giacomo Marinelli Andreoli, direttore di UmbriaTv e Cinzia Tini, direttrice di Trg.