Rischia di naufragare il Distretto dei nano materiali all’ex Merloni di Nocera Umbra: il privato si chiama fuori

Dopo le rassicurazioni del ministro dell’Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, rischia di saltare il “Distretto dei nano materiali” di Nocera Umbra. Il progetto di riconversione dell’ex Merloni di Colle di Nocera registra, infatti, una vera e propria battuta d’arresto. L’iniziativa sui nano materiali fu presentato due anni fa, settembre 2021, dal ministro Giorgetti e dalla presidente della Regione Umbria Donatella Tesei proprio negli stabilimenti ex Merloni.  L’assessore regionale Michele Fioroni, presente alla iniziativa,  raccontò che la “logica delle governance era quella di un soggetto gestore pubblico-privato” e che la partenza era prevista già dal 2022. L’allora deputato della Lega, non ancora sindaco di Nocera Umbra, affermò che “con il Governo, la presidente Tesei e la Giunta regionale abbiamo lavorato per dare al territorio questa grande opportunità”. Per il ministro Giorgetti si trattava di una grande occasione perché i “soldi ci sono, così come gli strumenti”. Serve, sottolineò Giorgetti, che “esistano imprenditori privati disposti  e un soggetto pubblico che faccia la sua parte in maniera intelligente e lungimirante”. Insomma, per i rappresentanti delle istituzioni la rinascita della ex Merloni passava per l’innovazione. Un progetto, quindi, capace di rilanciare la fascia appenninica, duramente colpita dalla crisi della ex Merloni e poi dal fallimento della Indelfab. Un distretto sui micro e nano materiali, collegato a quello sui biomateriali di Terni, che vedeva la partner-ship di Università degli Studi di Perugia e di un soggetto privato, The Graphene company di Fossato di Vico. La battuta d’arresto arriva proprio dal socio privato che si sarebbe chiamato fuori dal progetto con tanto di comunicazione a Regione e Università. Per l’amministratore delegato, Michele Baldin, non ci sarebbero più le condizioni per proseguire. Anche perché ci sarebbe un’ indagine della magistratura su una presunta truffa ai danni di Invitalia da parte di un’azienda del posto che produce grafene e aperta poco più di un anno fa. Per ora l’unica certezza è che il socio privato si è sfilato con il rischio di ricominciare tutto daccapo.