Atti di vandalismo in una chiesa a Spoleto

S POLETO – Atti di vandalismo gratuiti sono stati compiuti a Spoleto, in un raid messo a segno a Sant’Angelo in Mercole. Gli ignoti hanno distrutto tutto ciò che hanno trovato all’interno della canonica: hanno versato le botti di vino custodite all’ingresso, preso a mazzate il forno della cucina, mentre in sagrestia sono stati rovistati e lasciati aperti cassettoni e credenze. Con ogni probabilità, dato che non sono stati rubati oggetti di valore, sarebbe il parroco Don Gianfranco Formenton nel mirino dei vandali. Il Motivo? Le sue notorie prediche provocatorie antirazziste. Si potrebbe trattare quindi di un’intimidazione politica. È stato lo stesso prete, di origini venete ad accorgersi dell’accaduto e a chiamare i carabinieri che stanno indagando sul fatto. “Continuerò a parlare di migranti e di poveri – afferma il parroco – , ma anche a denunciare le tensioni sociali e il malessere coltivato che c’è in giro. Come i tanti imprenditori dell’odio, che annaspano nel disagio sociale e lo fomentano”. Secondo quanto riportato sul Messaggero, Don Formenton, qualche settimana fa, durante la sua predica, avrebbe condannato i fatti di Macerata e le tensioni esplose dopo la morte di Pamela. Fu noto il cartello che affisse al di fuori dalla chiesa tre anni fa con la scritta: “In questa chiesa è vietato l’ingresso ai razzisti – Tornate a casa vostra!”. La vicenda balzò alle cronache nazionali e il leader della Lega Salvini diede in pasto ai social le sue considerazioni sul prete, che venne subissato di telefonate e di minacce. Qualche giorno dopo fu la volta di Casapound che espose uno striscione con scritto “Lucra prò nobis”. Intervenuto anche l’arcivescovo Renato Boccardo che ha parlato di intimidazione: “È un fatto grave, che manifesta il clima di tensione e d’intolleranza che avvolge la nostra società. Certamente fatti del genere, che sanno d’intimidazione, non impediranno alla Chiesa di proseguire con libertà e verità l’annuncio del Vangelo e l’accoglienza e il sostegno di ogni forma di povertà”. E ora si attendono gli accertamenti e le verifiche per risalire ai responsabili di questi atti intimidatori e violenti.

 

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