Lavoro nero, la Finanza scova 14 casi nei ristoranti del perugino e dell’assisano
PERUGIA – Quattordici lavoratori “in nero” individuati dai Reparti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Perugia nell’ambito di due interventi ispettivi svolti nei giorni scorsi a contrasto del lavoro sommerso.
In entrambi i casi, le attività di polizia economico-finanziaria, precedute da un capillare lavoro di intelligence e di controllo economico del territorio, hanno riguardato operatori del settore della ristorazione e dell’intrattenimento.
Nel primo controllo, operato presso una pizzeria sita nel territorio assisano, le Fiamme Gialle della locale Tenenza hanno individuato sette lavoratori “in nero” addetti alle più svariate mansioni: dal pizzaiolo al lavapiatti, all’addetto alla sala.
Nel secondo caso, sono stati i finanzieri della Tenenza di Todi a rilevare, all’interno di un ristorante con annessa sala ballo, ubicato nel comprensorio tuderte, ulteriori sette lavoratori “in nero”.
A fattor comune, per i quattordici lavoratori, in gran maggioranza cittadini italiani, i datori di lavoro non avevano provveduto ad effettuare le prescritte comunicazioni di assunzione al competente Ispettorato Territoriale del Lavoro.
Ai datori di lavoro sono state applicate le sanzioni amministrative per l’impiego di manodopera “in nero”, con l’applicazione della “maxisanzione” prevista dall’attuale normativa in materia di lavoro.
Inoltre, le attività economiche sono state segnalate al locale Ispettorato Territoriale del Lavoro per l’applicazione della sospensione dell’attività imprenditoriale avendo rilevato, in entrambi i casi, un impiego di personale “in nero” in misura superiore al 20% del totale dei lavoratori presenti all’atto dell’intervento sul luogo di lavoro.
Il contrasto all’economia sommersa, nella duplice forma dell’evasione totale e dello sfruttamento della manodopera “irregolare” o “in nero”, costituisce una linea d’azione fondamentale nell’ambito delle funzioni di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, anche a tutela delle imprese che operano nel rispetto della legge e che sono danneggiate dalla concorrenza sleale di chi opera nell’illegalità.