Operaio morto ad Orvieto, la Procura vuole accertare le responsabilità: indagati i datori di lavoro

Si concentrano sul rispetto della normativa in tema di incidenti sul lavoro le indagini avviate dopo la morte in seguito alla caduta in uno scavo, ieri, di un operaio di 36 anni originario della provincia di Avellino dipendente di una ditta impegnata nei lavori di scavo-manutenzione di un metanodotto in località Podere Caiano, nel comune di Orvieto. Lo ha reso noto la Procura della Repubblica di Terni annunciando l’iscrizione nel registro degli indagati “quale atto dovuto” in vista degli accertamenti medico-legali di datori di lavoro e preposti di cantiere. L’obiettivo, si legge in una nota del procuratore Alberto Liguori, è di perimetrare eventuali responsabilità penali tra società appaltatrice dei lavori e società sub-appaltatrici. In particolare sulle eventuale mancato rispetto delle norme che prevedono, sempre secondo il magistrato, la presenza obbligatoria di apposite transenne ai lati dello scavo per prevenire le cadute e sulla effettiva dotazione dei dispositivi di protezione individuali. La Procura ha reso noto che l’operaio è risultato dipendente della ditta Ispea srl impegnata nei lavori sul metanodotto gestito dalla Snam. La sua morte è stata causata da un “trauma cranico da precipitazione tenuto conto della profondità dello scavo”, circa cinque metri. L’uomo è stato soccorso da alcuni colleghi, ma  quando è arrivato il personale del 118 il 36 enne era già morto. Il Pm che coordina le indagini ha disposto l’esame esterno del cadavere e in base ai risultati deciderà se procedere o meno all’autopsia.