Perugia, contrasto all’immigrazione clandestina: rimpatrii, respingimenti e accompagnamenti al Cie
PERUGIA – Altri importanti risultati messi a segno dalla Polizia di Stato nell’ambito dell’attività di contrasto all’immigrazione clandestina. Nei giorni scorsi, un cittadino sloveno è stato espulso e immediatamente rimpatriato dalla Frontiera di Trieste. L’accompagnamento è stato disposto in esecuzione di misura di sicurezza appena uscito dal carcere di Perugia ove ha scontato una lunga pena detentiva per una serie di furti. Dal medesimo penitenziario è stato prelevato, mentre stava scontando una condanna per commercio di stupefacenti, un cittadino albanese; la misura è stata adottata quale misura alternativa alla detenzione. Nei controlli a Fontivegge è incappato un cittadino Nigeriano, fermato e controllato nell’ambito delle attività di controllo straordinario del territorio presso la sua abitazione di Via del Macello. Risultato irregolare sul territorio nazionale e gravato da più reati, è stato tradotto in un C.I.E. del Sud Italia per essere poi rimpatriato. Da ultimo, un cittadino albanese del ’93 è stato bloccato in ingresso alla Frontiera Aeroporto S. Francesco d’Assisi. L’uomo, in arrivo da Tirana, si presentava al controllo Polizia esibendo passaporto ordinario albanese e dichiarava di venire in Italia per affari. Seppure le verifiche risultassero negative, i poliziotti insospettiti procedevano comunque ad un controllo al fine di verificare in modo più approfondito scopo e motivazioni viaggio, dato che l’uomo non era stato in grado di spiegare in modo appropriato le ragioni del suo ingresso sul territorio nazionale. Lo straniero, in possesso di Euro 2.000, dichiarava di venire per due giorni in Italia (Perugia e Bologna) per affari inerenti la compravendita di auto ma risultava privo di biglietto aereo di ritorno, nonché di qualsiasi prenotazione alberghiera né di qualsivoglia documento che attestasse la propria attività.
A domande riguardo il suo programma di viaggio, riferiva di volersi fermare a Bologna per due giorni, indicando quale persona che lo attendeva un connazionale risultato ai controlli essere pluripregiudicato per furto e prostituzione. Alla luce di quanto emerso, in ragione della completa assenza di documentazione in merito all’ingresso, dell’indeterminatezza circa le ragioni del soggiorno e, a fortiori, l’indicazione di persona pluripregiudicata quale riferimento, lo straniero veniva respinto alla frontiera poiché sprovvisto di idonea documentazione attestante scopo e condizioni di soggiorno in Italia.