Perugia, la polizia arresta due pusher tunisini in piazza del Bacio
PERUGIA – Due pusher tunisini sono stati arrestati dalla squadra mobile in piazza del Bacio. Si tratta di Mohamed Zorgui, nato in Tunisia nel 1988, munito di permesso di soggiorno per lavoro e di Marwan Manzili, nato in Tunisia nel 1988, sprovvisto di documenti.
L’operazione ha avuto inizio allorché, nel pomeriggio di giovedì gli uomini della Seconda Sezione Criminalità Diffusa della Squadra Mobile sono arrivati nei pressi del Broletto dopo la segnalazione di una attività di confezionamento di sostanze stupefacenti ad opera di un magrebino frequentatore assiduo di Piazza del Bacio.
In particolare, come dimostrato da un filmato captato da telecamere di sorveglianza (a disposizione della Stampa presso gli uffici della Squadra Mobile), Marwan Manzili si adoperava al confezionamento di classiche “buste” termosaldate contenenti sostanza stupefacente poi risultate del tipo eroina e cocaina. All’arrivo della polizia l’uomo si stava allontando portandosi presso il terminal autobus tra piazza del Bacio e Piazza Vittorio Veneto, insieme a un connazionale poi identificato per Mohamed Zorgui.
Alla vista della polizia si sono dati alla fuga a piedi. Fuga che fino a un certo punto è stata comune, poi i due si sono divisi ma sono stati raggiunti e bloccati a poche decine di metri l’uno dall’altro in via del Macello.
Dalla perquisizione, entrambi sono stati trovati in possesso di droghe pesanti: Manzili aveva rispettivamente eroina (due grammi in due involucri) e Zorgui cocaina (due grammi in cinque involucri).
Indosso a Zorgui inoltre è stata trovata la somma di euro 1255,00 in contanti tra cui rileva la presenza di ben 13 banconote da 50,00 euro oltre alla ben più significativa presenza di ben 20 banconote da euro 20,00, chiaramente compatibili con lo spaccio di droga su piazza.
A completare ulteriormente la posizione dei nominati in oggetto, concorre altra situazione di fatto altrettanto oggettiva e riscontrabile è rappresentata dal possesso indosso a Zorgui di un telefono sul quale sono giunte telefonate, gli interlocutori delle quali chiedeva incontri finalizzati all’acquisto di dosi di “Bida” (dall’arabo cocaina).