Terni, maxi evasione fiscale: intestano quote a un clochard, 4 denunciati
TERNI – Intestano quote a un clochard per evadere il fisco e vengono denunciati in quattro all’esito di un’indagine condotta dal nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Terni che ha portato alla luce un’evasione fiscale di grandi proporzioni. Tre sono ternani, titolari di una società operanti nel settore dell’abbigliamento per la sicurezza. Devono rispondere di omessa dichiarazione, occultamento di documenti contabili e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
I finanzieri sono arrivati a loro dopo aver posto sotto la lente d’ingrandimento un sospetto passaggio di quote societarie da alcuni imprenditori ternani ad un lituano, dichiarato irreperibile, ma rintracciato ed identificato dai finanzieri dopo attente ricerche sul territorio nazionale.
Si tratta di un barbone, gravato da numerosi precedenti penali, che viveva nei pressi della stazione ferroviaria di Pescara e per poche centinaia di euro si era intestato formalmente le quote societarie di fatto rimaste in capo ai soggetti ternani, veri titolari e padroni della società. Uno stratagemma che, secondo quanto riferito dalla Finanza, viene utilizzato da chi vuole liberarsi dei propri debiti fiscali o di responsabilità giuridiche o amministrative di varia natura. In pratica si cede la società svuotata di ogni bene: marchio, avviamento, certificazioni CE, licenze, autorizzazioni, beni strumentali e quant’altro.
Una scatola vuota, riempita di debiti fiscali e societari, nei confronti dell’erario e di altri terzi creditori, per cifre pari a decine di milioni di euro. In assenza della documentazione amministrativa e contabile della società, i finanzieri hanno dovuto procedere alla ricostruzione delle reali operazioni attive e passive poste in essere dalla società. Un lavoro piuttosto complesso che permesso di accertare quasi 15.000.000 di euro di costi non deducibili, in parte inerenti a rapporti con paesi a fiscalità privilegiata e portati in dichiarazione negli anni precedenti, oltre 4.000.000 euro di ricavi non dichiarati, circa 4.200.000 di Iva dovuta e ricostruire una maggiore base imponibile ai fini Irap per oltre 18.000.000 di euro.
All’esito dell’indagine sono stati denunciati quindi sia i tre ternani che il prestanome.