Allarme rosso in Umbria, le imprese non trovano personale da assumere: a rischio 3.400 posti dei 6.090 disponibili
E’ il secondo dato italiano più elevato: in Umbria è sempre più difficile per le imprese assumere personale adatto all’attività aziendale. E’ quanto emerge dai dati del Sistema informativo Excelsior, curato da Unioncamere e Anpal. Nella nostra regione, infatti, la percentuale ha raggiunto il 58,5% mentre a livello nazionale si attesta al 48%. A rischio a settembre, in Umbria, 3.400 dei 6.090 posti disponibili. I dati regionali del Sistema informativo Excelsior sono relativi alle previsioni di entrate al lavoro nel mese di settembre 2023, e nel trimestre settembre-novembre, per quanto riguarda le imprese industriali e dei servizi. Nel trimestre nella regione programmate dalle imprese 16 mila 600 assunzioni, con un incremento del 4,3% sullo stesso trimestre 2022. Il dato umbro non solo è assai più elevato della media nazionale (+9,1%), ma è tra i più alti d’Italia. Per Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, “i dati evidenziano quanto grave sia diventato, in Italia e ancora di più in Umbria, il problema della reperibilità del personale di cui le imprese hanno bisogno”. Un fenomeno, contenuto fino al 2018, che ha avuto un netto balzo in avanti nel 2019 per poi dispiegare tutta la sua dirompenza dopo il 2020, l’anno del Covid. Una questione che riguarda tutti i settori economici e che, a parere di Mencaroni, va affrontata “con idee nuove, che permettano di trovare soluzioni che almeno mitighino la situazione. In altre regioni qualcosa si è mosso, la loro esperienza – aggiunge il presidente della Camera di Commercio dell’Umbria – “benché anch’essa recentissima e ancora in corso di formazione, può arricchire il tavolo delle ipotesi su cui lavorare”. Dai dati regionali, emerge che la situazione è da allarme rosso in 11 regioni su 20, dove la percentuale di assunzioni che gli imprenditori considerano “di difficile reperimento” è arrivata sopra il 50%. E in Umbria l’allarme rosso, che era già scattato, diventa rosso fuoco, visto che a settembre 2023 è la seconda regione per percentuale di assunzioni “di difficile reperimento”, tocccando il 55,8%. La situazione è più pesante solo in Friuli Venezia Giulia, che tocca il 56,6%. Cifre che lanciano un’ombra lunga anche sul trimestre settembre-novembre 2023. Le dieci professioni con la più alta difficoltà di reperimento del personale per le imprese umbre sono: scienze della vita (89,7%), tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (86,7%), meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse/mobili (79,8%), fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica(76,8%), operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (74,6%), tecnici della salute (72,9%), conduttori di veicoli a motore e a trazione animale (61,5%), tecnici in campo ingegneristico (69,2%), tecnici dell’organizzazione e dell’amministrazione delle attività produttive (69,1%), tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (66,7%). La “nota positiva” è che le assunzioni in Umbria nel trimestre settembre-novembre crescono più della media italiana, anche se in termini assoluti si tratta di poche unità.