Caso Verdini caccia agli appalti: le commesse umbre. Bori (Pd) chiede di sapere “se ci sono stati contatti tra gli indagati ed esponenti della giunta regionale”
Hanno fatto scena muta davanti al Gip di Roma Tommaso Verdini e il suo socio di Narni Fabio Pileri, ora residente a Terni, che il 28 dicembre scorso sono stati arrestati nell’ambito della indagine della Procura di Roma su commesse milionarie in Anas. Dalle indagini sarebbe emerso un “sistema” illecito, fatto di favori anche alla politica, messo su da Verdini jr e dal padre Denis, anch’egli indagato, attraverso la società di lobbying Inver che veniva utilizzata dagli imprenditori coinvolti come “mezzo” per arrivare a mettere le mani su una serie di appalti. Il nome di Matteo Salvini, scrive l’Ansa, spunta anche in una intercettazione del 14 novembre 2022. A parlare è proprio l’umbro Fabio Pileri. “Il ministero…Matteo…c’ha dato carta bianca e noi siamo state persone perbene. L’abbiamo incontrato – sostiene – gli abbiamo detto ‘Matteo, per non mettere il casino. Mo, per adesso, i nostri clienti che si occupano di infrastrutture li lasciamo’. E lui ci ha solo ringraziato”. Per chi indaga, però, sono molti i favori che la “cricca” avrebbe garantito ad esponenti politici per ottenere gli appalti. Verdini junior si sarebbe speso per trovare i biglietti della Scala di Milano per il sottosegretario per l’Economia e finanze Federico Freni (Lega). “Verdini si è prodigato a trovare anche un alloggio in hotel, a prenotare la cena in un noto ristorante di Milano a favore del sottosegretario e acquistare dei biglietti per la prima della Scala”, scrive la Guardi di Finanza. L’inchiesta, non solo per il ruolo importante del narnese Pileri, si è allargata anche all’Umbria. Pileri in una intercettazione ambientale di fine dicembre 2021 avrebbe rivendicato con un ex socio il merito di avere fatto aggiudicare a una società “l’accordo quadro in Umbria di 16 milioni di euro di gallerie”. Al centro delle indagini ci sarebbero anche i lavori della galleria della Pallotta, sul raccordo Perugia-Bettolle. Ma il materiale in possesso degli inquirenti sarebbe molto più vasto. “Tocca anna’ a Perugia a dà du’ schiaffi a uno ma…”, emerge da un’altra intercettazione. Ora sulla vicenda interviene il segretario regionale del Pd umbro, Tommaso Bori che chiede di fare chiarezza e annuncia la presentazione di una specifica interrogazione. “L’Umbria – esordisce Bori – gioca un ruolo importante nell’inchiesta nazionale sugli appalti Anas. E’ umbro uno degli indagati e si trovano nella nostra regione diversi dei lavori i cui appalti sono finiti al centro dell’indagine. Per questo è necessario fare chiarezza, facendo cadere qualsiasi ombra sulle nostre opere pubbliche”. Bori, “senza alcun fine strumentale”, chiede di sapere dai vertici della Regione Umbria “se ci siano stati in passato contatti tra gli indagati ed esponenti della Giunta regionale e dei loro staff”. In questo quadro, ribadisce il segretario regionale dei democratici, “la chiarezza appare quanto mai urgente”.