Con Omicron e Delta doppia pandemia, l’esperto: “i ragazzi più sicuri a scuola che fuori”
” Adesso in realtà abbiamo due pandemie: una sostenuta da Omicron e l’altra ancora sostenuta da Delta. Se vivono insieme può rappresentare un ulteriore problema, possono esserci delle preoccupazioni in più”. E’ quanto ha affermato Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. Poi aggiunge: ” Penso, anche se non abbiamo ancora i dati, che le persone ricoverate in terapia intensiva in questo momento siano ancora le persone che hanno contratto la variante Delta”. Una considerazione che può spiegare anche la crescita dei ricoveri in Umbria, con 197 pazienti positivi ricoverati nei reparti ordinari Covid e i 13 ricoverati nelle terapie intensive di Perugia (7) e Terni (6). Per Remuzzi, però, la capacità della variante Omicron di diffondersi tanto rapidamente ” non è detto che sia una cosa negativa perché potrebbe sopraffare Delta e dal momento che è abbastanza chiaro che la malattia è meno severa, allora forse la discesa della curva la riusciamo a vedere nel giro di qualche settimana”. Quanto alle scuola, il direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri sembra condividere la scelta del governo sulla immediata riapertura. ” Le scuole – sottolinea Remuzzi – sono più sicure degli ambienti fuori. Tutti abbiamo potuto verificare una circostanza interessante: nonostante le scuole fossero chiuse in questi 15-20 giorni, la moltiplicazione dei casi è stata straordinaria. Quindi è probabile che la scuola influisca molto poco”. Fino a ora, osserva sempre Remuzzi, i ragazzi “si sono incontrati fuori dalla scuola, hanno fatto feste, capodanno, tutte cose in ambienti certamente chiusi, con attenzioni minori di quelle che avranno a scuola”. In Umbria sono quattro i Sindaci che hanno deciso di firmare l’ordinanza contro la ripresa delle lezioni pur essendo l’Umbria in zona bianca e quindi non ci sarebbero i presupposti giuridici per un’ordinanza. Si tratta dei Sindaci di Spoleto, Narni, Arrone e Campello sul Clitunno. Un braccio di ferro con la scelta del governo che, invece, tiene il punto. Su questo, lo stimato direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri sembra condividere a pieno le scelte del premier Mario Draghi.