Contagi e ricoveri risalgono, Perugia e Terni tra le 35 province con maggior casi: nei reparti area medica superata soglia di allerta
Il virus ha rialzato la testa. Nell’ultima settimana i contagi hanno segnato una significativa inversione di tendenza: i positivi sono aumentati, gli ospedali risentono della nuova situazione e si registrano anche nuovi decessi. Non è però una crescita emergenziale, per ora non si intravedono grosse criticità anche se l’Umbria è una delle quattro regioni italiane che ha superato la soglia di allerta ( 15% ) nei reparti di area medica. L’Umbria è, infatti, la Regione con il tasso di occupazione dei posti letto per pazienti Covid più alto tra le regioni italiane, subito dopo la Provincia autonoma di Bolzano. Il tasso di occupazione dell’Umbria è del 21,6% rispetto ad una media nazionale dell’ 8,2%. Si conferma, quindi, l’utilità di proteggersi. Tra il 28 settembre e 4 ottobre in Umbria si è registrato un aumento di nuovi casi Covid del 49,7% rispetto alla settimana precedente, contro il più 41,8% registrato il 29 settembre. Dal quale emerge anche un peggioramento per i casi attualmente positivi per 100 mila abitanti, 728,235 in più. Sono i dati che emergono dal monitoraggio della fondazione indipendente Gimbe. Perugia e Terni sono tra le 35 province italiane dove i casi registrati sono sopra i 500 ogni 100 mila abitanti, rispettivamente 610 e 558. Continua a crescere anche la pressione sugli ospedali, con 154 ricoveri e sette persone in terapia intensiva. La maggior parte dei pazienti però viene ricoverata per patologie diverse dal Covid e la positività si scopre dopo il tampone all’accettazione. Se si esamina lo stato di ciascun malato, un quarto non è vaccinato o ha ricevuto una sola dose, circa il 40% ne ha ricevute 3 e gli altri 4 dosi. Il flusso dei pazienti per ora non desta preoccupazione, tutto abbastanza sotto controllo. Omicron è stabile da un pò di tempo, la sua variabilità rientra secondo gli esperti nella strategia attuata dal virus per adattarsi all’ospite, l’uomo, rendendosi meno pericoloso. Il sottotipo detto Cerberus non è in Italia e non sembra più insidioso. Il prossimo culmine – spiegano i virologi – dobbiamo aspettarcelo a fine ottobre, inizio novembre. Quali sono i fattori che incidono sulla situazione attuale ? Sicuramente l’avvicinamento all’inverno che costringe le persone a soggiornare più a lungo al chiuso e ciò favorisce la trasmissione dell’agente patogeno. Secondo, il mancato scudo delle mascherine decadute nei trasporti pubblici e a scuola. Oggi, venerdì 7 ottobre 2022, i nuovi contagi sono 984 e i guariti 652, con gli attualmente positivi che salgono a 7.599. Il tasso di positività – emerso dall’analisi di 4.094 tamponi molecolari e test antigenici – è del 24,03% inferiore a quello registrato ieri che era stato del 29,51%.