Corruzione al Catasto di Perugia, arrestato un dipendente e sospeso un altro: 18 tecnici coinvolti nell’inchiesta
I reati contestati sono pesantissimi: corruzione, istigazione alla corruzione e accesso abusivo al sistema informatico. Questa mattina un dipendente dell’Ufficio catasto dell’Agenzia delle entrate di Perugia è stato arrestato, un altro sospeso per otto mesi mentre per un perito agrario, moglie del dipendente arrestato, è scattato il divieto di esercitare la professione per un anno. Tre misure cautelari, diverse tra di loro, emesse dal Gip del Tribunale di Perugia su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo umbro. L’inchieste, condotta dal procuratore aggiunto Giuseppe Petrazzini, coinvolge in tutto 18 tecnici professionisti che avrebbero avuto rapporti e favori con i due dipendenti dell’Agenzia delle entrate raggiunti dalle misure cautelari. Secondo i magistrati di piazza Partigiani il dipendente arrestato e messo ai domiciliari effettuava in favore di professionisti visure e redazione di planimetrie e atti di aggiornamento catastali per i quali gli venivano erogati compensi da 200 e 2000 euro. Per la Procura si trattava di “un sistema consolidato e parallelo di evasione di pratiche catastali di vario genere”. Complici del dipendente arrestato sarebbero stati un collega e la moglie perito agrario. Infatti, il dipendente – sempre secondo gli inquirenti – indirizzava alcuni professionisti verso la moglie per una serie di pratiche catastali che in realtà sarebbe stato lui a svolgere con la coniuge che poi procedeva a fatturare prestazioni sulle quali non aveva competenza. Il dipendente garantiva inoltre un iter rapido e un esito positivo delle pratiche. I “beneficiari” di tali condotte, oltre che privati cittadini, sarebbero stati anche professionisti che si rivolgevano all’indagato principale per fruire di servizi che, se perseguiti per le vie lecite, avrebbero avuto maggiore durata ed esito incerto. Nel dettaglio, gli elementi probatori raccolti hanno disvelato gravi indizi dell’esistenza ” di un sistema consolidato e parallelo di evasione di pratiche catastali da parte del dipendente pubblico, che, avvalendosi delle risorse e degli strumenti dell’amministrazione di appartenenza, con la collaborazione di un collega e sfruttando l’abilitazione professionale del coniuge, avrebbe asservito il proprio pubblico ufficio a fini privatistici e personali”. L’attività investigativa, avviata dopo alcune segnalazioni anonime, è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Perugia anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre ad alcuni riscontri bancari.