Corsa al Quirinale, martedì battaglia a Palazzo Cesaroni per i tre grandi elettori umbri fra malpancisti e derby tra presidenti

L’Epifania apre la partita del Quirinale, con l’Assemblea legislativa dell’Umbria – convocata per martedì prossimo 11 gennaio – chiamata a scegliere i tre consiglieri regionali che parteciperanno alla elezione del nuovo Capo dello Stato. Far parte dei 58 delegati regionali ( 3 per ciascuna regione, uno solo per la Valle d’Aosta) è un ruolo particolarmente ambito e molte volte di forte fibrillazione tra i partiti e all’interno di essi. Soprattutto questa volta, che si preannuncia una delle elezioni dal risultato più incerto perché a oggi nessuno dei due maggiori schieramenti ha i numeri necessari (la maggioranza assoluta) per indicare un nome che sicuramente possa arrivare a ricoprire la carica più alta dello Stato. Il 24 gennaio alle 15, come stabilito dal presidente della Camera Roberto Fico, si terrà la prima votazione. I 1009 grandi elettori (composti dai parlamentari più i 58 delegati regionali) in seduta comune e rispettando il protocollo anti-Covid che i questori di Montecitorio hanno messo a punto, dovranno depositare le loro schede nelle urne. Oltre ai parlamentari umbri, quindi, saranno protagonisti anche tre consiglieri regionali dell’Umbria. Il voto di martedì, a Palazzo Cesaroni, nel suo piccolo, ha un certo peso sugli equilibri della politica regionale, più che nel pallottoliere per il Quirinale. Per prassi consolidata il presidente della Regione è uno dei tre delegati, il secondo è il presidente dell’Assemblea mentre il terzo va al partito più grande dell’opposizione. Fra malpancisti, battitori liberi e franchi tiratori ogni elezione con il voto segreto però presenta le sue insidie. I conti alla fine torneranno, ma c’è chi giura che qualcuno vorrebbe togliersi qualche sfizio. I più maliziosi raccontano di un “derby dei presidenti” ma oggettivamente i numeri sono dalla parte della governatrice, con la Lega pronta a votare compatta la Tesei insieme alla fedelissima Agabiti. In molti assicurano che la vicepresidente dell’Assemblea legislativa Paola Fioroni (Lega) ci tenesse molto ad essere nominata delegata regionale. Speranza frustrata.  Quindi: il centro destra porterà a Roma Donatella Tesei (Lega) e Marco Squarta (Fdi), con Forza Italia che resta a mani vuote. Terzo delegato, quello dell’opposizione, arriverà dal Pd. Ci conta l’ex presidente dell’Assemblea Legislativa Donatella Porzi, lo vuole a tutti i costi l’ex vicepresidente della Marini Fabio Paparelli, un pensiero sotto sotto ce l’ha fatto Michele Bettarelli. Il segretario regionale Tommaso Bori resta indifferente mentre la capogruppo Simona Meloni si preoccupa di tenere insieme i suoi. Come finirà ? Probabilmente il terzo delegato dell’Umbria sarà Fabio Paparelli, con la speranza che si metta l’anima in pace per il futuro. Nelle prime tre votazioni servirà il quorum dei due terzi dell’assemblea (673 voti), impresa impossibile se non c’è prima di cominciare un accordo quasi unanime. L’ultima volta che ci si è riusciti risale a ventidue anni fa: nel 1999 fu eletto al primo colpo Ciampi, con 707 voti su 990. La quarta votazione è invece cruciale: le ultime due volte – Napolitano e Mattarella – ha eletto il presidente. Si passa dal quorum di due terzi alla maggioranza semplice . Vuol dire 505 voti.