Dalla sanità alle difficoltà dell’economia umbra: sarà un autunno caldo per la Tesei. Il fronte della mobilitazione si allarga
Sarà un autunno caldissimo quello che attende la giunta regionale dell’Umbria. La Tesei è attesa da mesi di fuoco non solo per le difficoltà dell’economia umbra. Ma anche, o forse soprattutto, per le proteste già annunciate di piazza. Alcune sono già state ufficializzate, altre quasi sicuramente verranno organizzate nelle prossime settimane. E i presagi sono pessimi già da ora. Il fronte delle mobilitazioni è in realtà già aperto come quelle previste a Spoleto e Città di Castello per il prossimo 23 settembre. La tregua estiva, quindi, è già terminata e il fronte si allargherà ancora con le proteste contro lo smantellamento della sanità pubblica. Resta, poi, la rabbia sociale legata allo stop imposto dal governo nazionale al Reddito di cittadinanza che anche in Umbria ha visto qualche migliaio di famiglie escluse dal sostegno. Con un semplice sms dell’Inps, il centrodestra ha scaricato le difficoltà di tante famiglie che da un giorno all’altro si trovano senza nessuna alternativa, senza sostegni e senza nessuna prospettiva occupazionale. Il fronte più bollente resta sicuramente quello della sanità che coinvolge un pò tutte le città dell’Umbria. Il 23 settembre, a Città di Castello, manifesteranno in difesa della sanità pubblica altotiberina anche i sindaci, industriali e volontari, oltre ai sindacati. Una mobilitazione unitaria che va oltre gli schieramenti politici. A Spoleto, sempre il 23 settembre, la città si mobiliterà contro la giunta regionale, contestando la chiusura del Punto nascita e per il ripristino di tutti i reparti chiusi dopo la trasformazione del San Matteo degli Infermi in ospedale Covid. Sarà l’occasione per ribadire il no di Spoleto al progetto del Terzo polo proposto da palazzo Donini. Non va meglio ad Orvieto dove in questi mesi centinaia di cittadini, insieme a sindacati e sindaci del territorio, hanno protestato per il “progressivo smantellamento del sistema sanitario pubblico territoriale, che vede in Orvieto uno dei territori più colpi”. Sette i punti al centro delle proteste: il potenziamento dell’ospedale cittadino, Orvieto sede del distretto, abbattimento delle liste d’attesa, potenziamento dell’assistenza domiciliare, del centro di salute mentale e medicina del territorio. Stessa musica nella Media valle del Tevere dove i comitati, nati spontaneamente tra Marsciano e Todi, denunciano la mancanza di personale e chiedono una svolta sul versante dei servizi dell’ospedale di Pantalla. Note dolenti anche ad Assisi con l’assessore alla sanità Massimo Paggi, ex primario dell’ospedale locale, che, senza giri di parole, denuncia la situazione del Pronto soccorso ormai ridotto ” ai minimi termini con un personale ristretto e costretto a turni pesantissimi e logoranti”. ” Ci troviamo – ha denunciato l’ex primario Paggi – di fronte ad una cronica mancanza di cardiologi e di anestesisti che da tempo affligge e penalizza la struttura ospedaliera intera con pesanti ripercussioni sulla qualità e adeguatezza del Pronto soccorso”. Tagli e carenza di personale che mettono a nudo ogni giorno le tante criticità del sistema sanitario umbro che rischia sempre più di essere in mano ai privati. ” Il partito democratico – ha scritto oggi il segretario regionale Tommaso Bori – intende avviare la mobilitazione regionale per il diritto alla salute e in difesa della sanità pubblica. Il percorso sarà condiviso e aperto alle forze sociali e al mondo associativo, con cui definire congiuntamente le modalità della protesta e le azioni di proposta che daranno vita ad una grande stagione di partecipazione”. L’obiettivo dei democratici umbri non è “solo salvare la sanità pubblica” dai tagli della giunta Tesei ma soprattutto “rilanciare il Servizio sanitario pubblico e rendere davvero esigibile il diritto alla salute, come stabilito nell’articolo 32 della Costituzione, che la destra a livello nazionale e regionale continua a negare e compromettere”.