Dietrofront sullo statuto regionale, sui Santi umbri scivola Carissimi: ribaltone della Lega . Veleni di fine legislatura ?
C’è rimasto davvero male Daniele Carissimi, presidente della commissione speciale per le riforme statutarie, quando ha visto i suoi colleghi di partito presentare alcuni emendamenti in aula sul testo approvato in commissione. Era convinto che sarebbe stato accettato in pochi minuti ma non aveva fatto i conti con l’aula di Palazzo Cesaroni e, soprattutto, con i consiglieri del suo stesso partito. La delusione deve essere stata forte anche perché è da quando si è insediato che sta lavorando sul progetto di riforma dello Statuto regionale. Il povero Carissimi, avvocato ternano, ha svolto nell’ultimo anno una infinità di incontri sul territorio (Spoleto, Castiglione del Lago, Foligno, Orvieto, Città di Castello, Perugia, Terni) e decine di audizioni. Nel suo ufficio c’è stato un viavai di rappresentanti delle associazioni di categoria, sindacalisti, esperti di ogni tipo, che lo hanno costretto ad un lavoro diplomatico e di mediazione senza precedenti. Un lavoro frenetico e dispendioso che ha messo a dura prova la sua tenuta e pazienza. Tutto questo su e giù si è però rivelato incompleto e carente. Almeno questo hanno pensato una buona parte dei suoi colleghi di maggioranza e di partito. Così, sul più bello, è arrivata la doccia fredda: niente lode ma si torna in commissione. Se non è una bocciatura poco ci manca. A fare scivolare il buon presidente della commissione è stata la classica buccia di banana. Un imprevisto di poca entità ? In realtà non si tratta di una sciocchezza perché di mezzo non ci sono semplici fanti ma addirittura tre Santi umbri. E poi c’è quel rompiscatole di Valerio Mancini, anche lui della Lega e presidente della seconda commissione consiliare, che è noto per la sua pertinacia e che ne ha fatto una questione di Stato. “Si tratta – hanno spiegato Valerio Mancini, Manuela Puletti e Marco Castellari, tutti consiglieri regionali della Lega tifernate – di emendamenti che hanno un grande valore identitario, storico e culturale per l’Umbria. Il primo prevede di inserire San Benedetto di Norcia, San Francesco di Assisi e San Valentino di Terni tra le figure religiose di riferimento dell’Umbria, una storica battaglia della Lega e del centrodestra che abbiamo portato avanti già da due legislature ma che non ha mai trovato accoglimento da parte della vecchia maggioranza a trazione Pd. Il secondo è volto a evidenziare il ruolo della Regione nella promozione di misure per favorire la natalità. Un altro emendamento prevede invece l’abolizione dell’articolo relativo al riconoscimento della crisi climatica: si tratta di un tema che va affrontato con molta prudenza, perché promuovere un ambientalismo esasperato rischia di mettere in ginocchio molti settori produttivi della nostra regione, e questo non possiamo permetterlo”. Insomma, i tre colleghi di partito hanno dato fuoco alla miccia. Veleni di fine legislatura ? Sicuramente il primo di molti ostacoli da superare prima del voto del prossimo anno.