Elezioni Perugia, la politica di cui c’è bisogno e i cattolici tirati per la giacca: lo scatto di responsabilità chiesto dall’arcivescovo Maffeis

Mai come questa volta i cattolici perugini sono stati tirati per la giacca. Dall’inizio di questa campagna elettorale per l’elezione del nuovo sindaco di Perugia alcuni partiti, principalmente del centrodestra, hanno rivendicato la loro ispirazione cristiana o dichiarato la loro attenzione per i valori cattolici, cercando di attirare l’elettorato praticante. L’elettorato cattolico è così finito, suo malgrado, sotto i riflettori e inseguito come se fosse una specie a parte. Così la fede è entrata nell’urna elettorale con la responsabilità, per fortuna rarissima, di qualche prelato o movimento. Uno scontro che sicuramente non aiuta a combattere il sentimento antipolitico dilagante. In questo quadro, che sta rendendo velenosa la campagna elettorale nel capoluogo umbro, il centrodestra ha cercato in tutti i modi di accaparrarsi la benevolenza della Chiesa. Un ricerca di benevolenza sbagliata almeno per due ragioni. La prima perché i cattolici, a Perugia come nel resto del Paese,  sono ormai in tutti gli schieramenti, cosa tra l’altro già da tempo recepita dalla Chiesa. La seconda è che le prime preoccupazioni dei cattolici sono quelle di tutti gli elettori, così come è emerso già tanti anni fa da un sondaggio di Famiglia Cristiana-Coesis. E la Chiesa come si pone di fronte a tanta attenzione ? Scegliendo, giustamente, di non essere coinvolta nelle battaglie elettorali. Da questa campagna elettorale per la scelta del nuovo sindaco di Perugia emerge, purtroppo, una forte confusione in cui i partiti e candidati sono ingessati da troppi tatticismi, dalla ricerca di scorciatoie che finiscono per screditare le stesse istituzioni. Con i cattolici che vengono dunque ‘tirati per la giacca’, come fossero portatori di pochi e sparuti interessi. Manca un confronto politico pacato e condiviso, si litiga sui ‘contenitori’ ma si rifiuta il confronto sui ‘contenuti’. Nessuna agenda condivisa fondata sulla centralità della persona, dell’etica pubblica e privata, nonché sulla preferenza per gli ultimi. In gioco però non ci sono interessi di parte ma il futuro della comunità e la possibilità di preservare un clima di responsabilità e condivisione.  In un’intervista di poco tempo fa, il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha affermato che “siamo passati dal collateralismo a una presenza dei cattolici in tutti i partiti e questo ha significato per la Chiesa un grande cambiamento”. La Chiesa parla con le istituzioni, ha spiegato Zuppi. Così come chiaro è stato l’avvertimento sull’autonomia differenziata voluta dal centrodestra e sul premierato imposto da Giorgia Meloni: la solidarietà è fondamentale e la Costituzione è la guida.  “Allora – ha ricordato il presidente della Cei -le anime socialista, liberale e cattolica trovarono la grande unità che ritroviamo nella Costituzione: mi auguro che anche oggi sia così”. I cattolici in politica ? “La presenza è stare per strada. Prima di tutto dobbiamo essere cristiani, non possiamo pensare di esserlo perché facciamo politica e spesso finiamo per farla male”. Riflessioni e considerazioni che le due candidate a sindaco di Perugia potrebbero sottoscrivere senza alcuna difficoltà, come impegno comune per il bene della città. Ha ragione l’Arcivescovo di Perugia monsignor Ivan Maffeis: “Chi sarà chiamato ad amministrare Perugia possa dare prova di onestà intellettuale, saggezza e lungimiranza, nell’interesse di tutti”. ” Un pugno di persone, provenienti da strade diverse, animate dalla passione civile e dalla volontà di costruire insieme il bene comune di Perugia”, ha indicato monsignor Maffeis. Un suggerimento propizio per aiutare concretamente Perugia e la sua gente. “La politica fatta con le armi (insulti e faziosità, ndr) produce nuovi poveri”, ha ricordato pochi giorni fa Papa Francesco.