Elezioni, politici umbri niente TikTok, poco Instagram: la Meloni non scalda Perugia, Zingaretti e Salvini a Terni. Quanto costa essere eletto

La campagna elettorale in Umbria non decolla malgrado il comizio di ieri sera a Perugia, in piazza IV Novembre,  della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e l’arrivo a Terni (domenica) di Nicola Zingaretti e di Matteo Salvini previsto per l’8 settembre prossimo. La Lega ha organizzato sempre a Terni anche una cena all’ hotel Garden con Salvini. Per adesso però la campagna elettorale non sembra aver appassionato gli umbri. Il tanto atteso comizio della Meloni lo ha dimostrato: meno gente di quanto previsto con una platea attenta ma meno calda di altre volte. Del resto, oggi l’interesse per la campagna elettorale è abbastanza distratto: secondo Nando Pagnoncelli il 51% degli italiani finora l’ha seguita poco o per nulla mentre un altro 27% in parte. E in prospettiva la situazione non sembra destinata a migliorare di molto. Decisamente basso l’interesse espresso dai ceti meno abbienti, dagli operai, dai disoccupati e dai lavoratori autonomi. Lo scarso interesse va di pari passo con la scarsa informazione, basti pensare che ad oggi – riferisce sempre Pagnoncelli, poco più di un italiano su due (53%) dichiara di conoscere almeno in parte le coalizioni e i partiti che si presentano mentre il 47% conosce poco o non conosce per nulla l’offerta politica. Quanto ai candidati del proprio collegio, il 37% non conosce nessuno, il 47% conosce qualcuno e solo il 16% ne conosce la maggior parte. Non c’è quindi da stupirsi se venendo meno il radicamento territoriale e la possibilità di scelta dei candidati da parte degli elettori, la decisione di voto sarà anche in Umbria influenzata più dal partito o dalla coalizione che non dai candidati in lista. A differenza di quanto sta avvenendo a livello nazionale in Umbria non si registrano, per ora, candidati iscritti al social network più popolare tra i giovani: TikToK. In realtà, a parte Facebook, nemmeno su Instagram compaiono i candidati delle prossime elezioni. Quindi: nessuna pagina personale su TikTok, poco presenti su Instagram, più attivi su Facebook. Complessivamente pochi Like e commenti, piazze quasi vuote e entrate in tackle per ricordare gli errori dell’avversario. Una cosa, invece, è certa: ogni deputato e senatore, una volta eletto, si è impegnato a versare una cifra, da 15 a 30 mila euro, al proprio partito. La corsa più costosa è quella per Forza Italia e Fratelli d’ Italia: una volta eletti, Raffaele Nevi, Franco Zaffini, Emanuele Prisco, dovranno versare 30 mila euro nelle casse del partito. Walter Verini e Anna Ascani, del Pd, dovranno versare invece la metà: 15 mila euro. Virginio Caparvi e Valeria Alessandrini dovranno versare 20 mila euro mentre il Movimento 5 Stelle chiede, come previsto dallo statuto, 15 mila euro. Stessa cifra richiesta dal “Terzo polo” a Giacomo Leonelli in caso di elezione. In caso di elezione c’è poi la quota mensile da versare al partito: 3.00o euro per i parlamentari della Lega, 1.500 per quelli del Pd e Azione, 1.000 per deputati e senatori di Fdi, Fi, M5S.