Elezioni regionali, ritardi e silenzi: perché la Tesei dovrebbe chiarire le ragioni dello slittamento. L’attesa di Fdi
Anche la devastata Liguria, dove nei due schieramenti c’è ancora incertezza su candidati e coalizione, ha fissato la data delle elezioni regionali. In seguito alle dimissioni del governatore Giovanni Toti, il vice presidente Alessandro Piana – nominato presidente ad interim della Regione – ha stabilito che si voterà il prossimo 27 e 28 ottobre. L’Emilia Romagna ha già scelto da tempo: 17 e 18 novembre. Resta solo l’Umbria, che va al voto per scadenza naturale, a dover fissare ancora la data del voto. Un ritardo onestamente incomprensibile e ingiustificato. A questo punto, la presidente Tesei, alla quale compete stabilire la data del voto, dovrebbe chiarire pubblicamente le ragioni del ritardo. Quali sono i motivi di questo slittamento e cosa impedisce alla governatrice di indicare la data. Finora sono arrivate le rassicurazioni dell’ex capogruppo della Lega, oggi Forza Italia, Stefano Pastorelli: “Tra non molto ci sarà la data”. Una uscita, quella dell’ex fedelissimo di Salvini, politicamente marginale. Emblematico è il silenzio del partito più importante della coalizione (Fdi) che sembra aspettare il corso naturale degli eventi. Una specie di “via cinese”: seduti lungo la riva del fiume e aspettare. Una situazione di questo tipo, inoltre, non aiuta a governare nemmeno gli ultimi tre-quattro mesi di legislatura, con la stragrande maggioranza di consiglieri uscenti già pronti a fare le valigie. Resta il fatto che l’Umbria è l’ultima Regione, delle tre che andranno al voto, che sta ancora negoziando la data. Un ritardo che onestamente si fa imbarazzante.
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