Elezioni Terni, centrosinistra in ordine sparso per la gioia di Fdi e Lega: la scelta nefasta di Pd, M5S e Terzo Polo
L’obiettivo del centrodestra umbro è mostrare che la coalizione è compatta e che le tensioni sono alle spalle. Il centrosinistra, invece, prova a unire le varie anime per allargare la coalizione ma non ci riesce. A meno di due mesi dalle elezioni amministrative i due schieramenti sono ancora in mezzo al guado. Eppure il voto di maggio, soprattutto quello di Terni, potrebbe rappresentare un passaggio chiave per i partiti e, soprattutto, per le alleanze in vista dell’appuntamento del 2024, quando si voterà per rinnovare molti comuni umbri e la Regione. Oggi, in Umbria, si sta verificando più o meno la stessa cosa che ha deciso le ultime elezioni politiche: ovvero la capacità totalmente diversa dei due grandi campi di centro-destra e centro-sinistra (in senso lato di “campo largo”: da M5S ad Azione) di costruire una coalizione competitiva. Mentre il centrodestra riesce comunque a tenere insieme la coalizione (anche a Terni dove litiga sul candidato sindaco), al centrosinistra manca la capacità politica di farlo. Gli esiti di questa incapacità sono noti e si sono già visti: un campo di centrosinistra diviso in tre tronconi perde qualunque competitività col centrodestra. Viste le divisioni del centrosinistra umbro non appare francamente probabile che i risultati di maggio possano mettere in crisi il centrodestra umbro. Inutile girarci intorno, in questo momento un centrosinistra diviso non ha chance contro la destra, anche perché in questi mesi è mancata una vera alternativa. Soprattutto a Terni. Basta andare a vedere le elezioni degli ultimi anni: quando la sinistra si divide rimane all’opposizione, a volte anche per lunghi anni (Perugia insegna). Quando, invece, i valori vengono messi al servizio di un progetto unitario il centrosinistra vince. Resta, quindi, difficile comprendere le ragioni che spingono Pd, M5S e Azione ad assumere argomenti ridicoli per disarticolare un’alleanza credibile. Tre partiti che continuano a scompaginare la coalizione pur sapendo di consegnare ancora una volta Palazzo Spada alla destra ternana. La scelta di andare divisi, ognuno con il proprio candidato sindaco, non solo è sciocca ma potrebbe rivelarsi ancora una volta nefasta. Ma la decisione ormai è stata presa: il Pd in solitudine ha scelto il professore universitario Josè Maria Kenny, il M5S il medico-anestesista Claudio Fiorelli mentre il Terzo Polo convergerà sull’ex primario dell’ospedale di Terni Santino Rizzo. Insomma, l’opposizione andrà al voto in ordine sparso per la gioia di Fratelli d’Italia e Lega mentre il centrodestra alla fine troverà comunque una quadra.